Re: Kurzweil esagera?

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Sun, 08 Jan 2006 21:13:13 +0100

Premetto che il libro non l'ho letto, ma mi pare impossibile
fare previsioni cosi' a breve scadenza come l'autore farebbe, da
quello che ho sentito dire.

Pero' vorrei commentare un punto.
Ale ha scritto:
> E poi trovavo interessante l'idea della possibile eventuale non
> intelleggibilita di uno sviluppo futuro. Non basandosi su competenze
> tecniche o sulle capacita' di astrazione, ma su un vers e proprioa
> impossibilita'.

Ecco, io non credo che soi possa fare una distinzione come quella che
fai.
Competenza tecnica, capacita' di astrazione, e (aggiungo io) basi di
conoscenza, educazione ricevuta ... tutto insieme secondo me forma la
"possibilita' di capire".

> Potra' mai accadere che l'evoluzione diventi cosi' veloce ed
> autosufficiente da divenire non-intellegibile. E non perche' possa
> condensare i pochi anni l#evoluzione che oggigiorno riscontriamo nei
> secoli, ma semplicemente perche' il nostro modo di ragionare non
> potra' essere piu' "compatibile" con la comprensione dell'evoluzione?
Come ho detto sopra, previsioni non ne farei di certo.

Pero' vorrei osservare che il processo e' gia' cominciato, e non da
oggi...
Tutti noi adoperiamo congegni di cui non sappiamo niente. Alcuni
(pochi) di noi possono pensare che con un grande sforzo e molto studio
potrebbero mettersi in grado di capirlo.
Ma a parte che si tratta di pochi, non sono neppure cosi' sicuro che
sia vero per tutti coloro che lo credono.

Un altro aspetto del problema lo troviamo nella scuola, che gia' oggi
non riesce assolutamente a tener dietro agli sviluppi scientifici, nel
senso di dare agli allievi una comprensione sia pure minima su quegli
sviluppi (che in realta' gia' la gran parte degli stessi insegnanti
non padroneggiano).

Terzo: la difficolta' si manifesta in modo piu' esplicito dal punto di
vista politico-morale, quando si discute dell'atteggiamento da tenere
di fronte a certi sviluppi: che si tratti delle cellule staminali o
dell'energia nucleare, o di altri esempi che potremmo pensare.
Il problema e' che le nostre categorie morali non sono in grado di
orientarci in merito; la nostra comprensione della societa' (e
dell'economia, se e' per questo) neppure.
E non parlo soltanto di noi che stiamo qui a chiacchierare, ma di
coloro che hanno le responsabilita' di decidere (e che noi, almeno nei
pesi democratici, mettiamo a quel posto: come li scegliamo?)
Naturalmente c'e' chi pensa che esistano principi eterni, leggi
naturali, alle quali rifarsi. Io credo che si tratti solo di una
povera illusione, quando non e' peggio...

Forse penserai che con questi discorsi sono andato fuori tema, ma io
non lo credo. Nel senso che - come ho detto sopra - l'impossibilita'
evolutiva di capire non spunta fuori all'improvviso, ma si manifesta
appunto con una progressiva perdita di controllo.

Mi dirai che pero' qui non siamo in presenza di macchine cosi' evolute
da superare la nostra capacita' di capirle, come mi sembra intenda
Kurzweil. In effetti no, ma il problema e' lo stesso.
Un'economia fuori controllo e' una macchina "astratta", non fatta di
semiconduttori, ma non meno temibile e reale per questo.
Una capacita' tecnologica che quasi nessuno capisce (e potrei anche
togliere il "quasi", perche' ci si dovrebbere chiedere che cosa ne
capiscano gli stessi inventori) di nuovo e' un'entita' dalla quale
siamo alienati (uso di proposito il termine marxista) e che ha
qualcosa d'inesorabile, nel senso che "se qualcosa e' possibile, prima
o poi verra' realizzato".
       

-- 
Elio Fabri
Received on Sun Jan 08 2006 - 21:13:13 CET

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