Bender ha scritto:
> in mecanica quantistica l'elettrone si muove casualmente formando una
> specie di nube attorno al nucleo oppure si muove in un orbita ben
> definita?
> io ricordo un principio che afferma che velocita e posizione di un
> elettrone non possono essere calcolate entrambe ma non sono sicuro se
> riguardava un orbita oppure se riguardava tutto lo spazio intorno al
> nucleo.
Se ci avessi detto a che punto di studi sei, sarebbe stato piu' agevole
risponderti.
Strano che tutti gli altri che hanno risposto non abbiano sentito
questo ostacolo...
marcofuics ha scritto:
> ...
> Spero di averti dato un qualche chiarimento.
Forse avrai visto che non ho avuto molti scrupoli a dire quello che
penso su Greene e perfino su quel mostro sacro di Hawking; quindi
vorrai consentirmi di comportarmi allo stesso modo anche con te ;-)
Solo che posso essere molto piu' breve: di quello che hai scritto non
si capisce niente.
Bender ha scritto:
> dopo aver letto e riletto continuo a essere in crisi.
Non ti preoccupare: non e' colpa tua :)
marcofuics ha scritto:
> Sai vi sono delle intrinseche difficolta' nell'apprendimento di tali
> concetti che non e' facile ( anzi sospetto sia molto difficile )
> eludere:
> ...
Non saro' certo io a negare quelle difficolta': l'ho sottolineato piu'
volte in questo NG.
Pero' il tuo tentativo di "eluderle" (appunto...) a me pare piu'
dannoso che utile.
Che cosa puo' capire il nostro Bender di quello che scrivi, se non ci
capisco neppure io, che qualcosina ne so?
Il rischio peggiore (ecco perche' ho detto "dannoso") e' che lui
_creda_ di capire, e si faccia delle immagini del tutto sballate :-(
Vedi anche il mio commento agli altri interventi, che in parte
riguarda anche te.
unit ha scritto:
> L'aspetto principale della MQ, per quel che riguarda la tua domanda, �
> che non si pu� attribuire ad un elettrone contemporaneamente la sua
> posizione e il suo impulso (o energia, nel caso dell'elettrone attorno
> al nucleo) . Tralasciamo gli aspetti filosofici, la frase che ho
> utilizzato indica un fatto sperimentale:
> ...
> Questa � una descrizione "operativa" di quello che succede, su cui
> bene o male si concorda tutti. Chiedersi poi cosa questo "significhi"
> � altra questione, forse non tanto importante...
Josef K. ha scritto:
> Secondo la meccanica quantistica l'elettrone non si muove secondo
> un'orbita definita.
> ...
> Nel caso dell'elettrone l'unica cosa che possiamo calcolare
> all'interno della teoria non � la sua orbita ma il suo orbitale.
> ...
> non potrai predire in modo deterministico la posizione dell'elettrone,
> ma solo la probabilit� di trovarlo in una certa posizione.
I vostri sono interventi piu' "sapienti" (si legge tra le righe ;-) )
ma non mi soddisfano, e ora cerco di spiegare perche'.
Essenzialmente perche' si concentrano, seguendo troppo la traccia
della domanda, su quello che la m.q. non puo' dire, su cio' che non si
puo' definire, fare, misurare...
Trasmettete insomma, a chi non ne sa niente, l'impressione che la m.q.
sia il regno dell'incertezza, dove non si puo' essere sicuri di
niente.
Tempo fa mi e' capitato di commentare questo atteggiamento, cosi'
diffuso nell'insegnamento elementare, nella divulgazione, nonche' tra
certi filosofi della scienza:
"Quanto all'indeterminismo della m.q., non c'e' dubbio che esso esiste
e si manifesta nettamente in situazioni sperimentali semplici. Se ad
es. mandiamo un singolo fotone su uno specchio semitrasparente, non
siamo in grado di prevedere se verra' riflesso o trasmesso; se
isoliamo un atomo in uno stato eccitato (cosa oggi possibile) non
possiamo dire in quale istante esso emettera' un fotone; e molti altri
esempi analoghi potrei fare.
Ma questo non e' tutto cio' che la m.q. c'insegna. E mi viene sempre
da chiedermi se a coloro che sembrano ridurre la m.q. a tali semplici
asserzioni, non debba sorgere il dubbio di come passino il tempo i
fisici (teorici e sperimentali): a trastullarsi con calcoli di mere
eventualita' e a costruire complicate apparecchiature per studiare cose
che forse accadranno e forse no? Non dovrebbero essere sfiorati da un
piccolo, modesto dubbio: non sara' che forse ci siamo fatta un'idea
molto parziale e riduttiva di cio' che la m.q. ha prodotto nella
fisica?"
Non ho lo spazio qui per esporre l'altra faccia della Luna, che del
resto voi penso conosciate. Sapete bene che nella pratica teorica e
sperimentale i fisici usano la m.q. in tutt'altro modo: calcolano
livelli energetici, sezioni d'urto, vite medie. Riescono a fare
previsioni di altissima precisione. Sono stati realizzati grazie alla
m.q. strumenti di estrema sensibilita'; sono state spiegate
innumerevoli proprieta' della materia...
Non si puo', *non si deve* ridurre tutto questo all'impossibilita' di
misurare insieme posizione e impulso!
Ma avrei anche da obiettare all'approccio operativo: quello ha avuto
un ruolo nella storia iniziale della m.q., quando si doveva spiegare
come si conciliassero le nuove leggi con possibili esperimenti e
paradossi. Ma *non si tratta affatto* della base concettuale della
m.q.
Qui il mio dissenso da Bohr non potrebbe essere piu' radicale.
(E come vedi, unit, le questioni d'intepretazione e filosofiche *non
possono* essere eluse.)
A Bender aggiungerei questo.
La visione che forse ti pare cosi' naturale: le particelle occupano
una posizione definita nello spazio, hanno una traiettoria e una
velocita', si muovono, accelerano, rallentano, grazie a forze, ecc. si
chiama "meccanica newtoniana". Conta poco piu' di 3 secoli di vita, e
non si e' affermata senza fatica e senza contrasti.
E' esistito un tempo in cui questa "nuova fisica" faticava assai ad
affermarsi: leggiti quelche pagina del "Massimi Sistemi", se ne vuoi
la prova.
Dico questo per spiegare che la mecc. newt. non e' sempre stata il
modo di pensare naturale rispetto al mondo fisico, e non c'e' quindi
da meravigliarsi se a un certo momento si e' trovato che non era piu'
adeguata alle nuove conoscenze.
Abbiamo scoperto un mondo in cui i concetti della mecc. newt. non
erano adatti a orientarsi; abbiamo (hanno...) dovuto inventare
concetti nuovi, che possono sembrare strani e paradossali solo se
continuiamo a pretendere che i vecchi occhiali newtoniani siano il
modo "naturale" di guardare il mondo.
Ma non dobbiamo accostarci alla m.q. in negativo, ossia parlando solo
di quello che "non si puo'"...
Purtroppo sono in tanti a fare cosi', ma sbagliano.
La m.q. richiede concetti nuovi, e purtroppo anche un apparato
matematico piu' complesso (ma ricordati che cos'e' stato il calcolo
differenziale e integrale ai tempi di Newton!). In compenso ci
fornisce uno strumento assai potente per capire molte nuove cose.
(Aggiungo che sarebbe assai strano se prima o poi non si scoprisse che
la m.q. non va piu' bene per comprendere un mondo ancora piu' ampio
che oggi conosciamo. Per ora non e' successo, e forse io non vedro'
quel giorno, ma potrebbe non essere lontano...)
Mi aspetto ora la domanda: e allora che cosa si deve fare per capirci
qualcosa?
Almeno per ora non posso darti che una risposta: studia fisica (e sul
serio, per diversi anni). Non conosco scorciatoie che non siano
illusorie.
--
Elio Fabri
Received on Thu Jan 05 2006 - 21:24:22 CET