in parole povere: se vuoi vedere un elettrone, esso e' grosso modo un
onda di "materiale elettronico", che ad esempio in un atomo "risuona"
per la particolare interazione col nucleo ad una determinata energia.
Non e' un corpo l'elettrone, come puo' esserlo un bicchiere o una palla
da biliardo. Questi sono visti quotidianamente come aventi dei confini
ben definiti e sostanzialmente immutabili se non ad opera di urti o
pressioni.... ma tale pittura mentale e' fuorviante.
Poiche' l'oggetto che sembra "solido" e definito e' visto attraverso la
luce, attraverso fotoni che mediano una miriade inimmaginabile di
confini dandone questo risultato ottico, cio' non implica che lo stesso
valga per i suoi singoli costituenti.
Essi non sono localizzati ne' definiti, almeno fin quando non ne si
tenta di rilevare qualcuna di queste proprieta'; praticamente allo
stato attuale della <formalmente accettata teoria fisica de facto>.
Se riesci ad immaginare che un elettrone in teoria puo' essere
dappertutto e che preferisce vagare per l'intero universo passando
pero' gran parte del suo tempo nei dintorni del nucleo ne avresti una
visione ormai classicamente { nel senso originario del termine, cioe'
classicus che e' da prima delle 6 classi....} corpuscolare; se invece
preferisci vedere un elettrone come un'onda ti rifai alla
interpretazione ondulatoria di campo.
Ma comunque, per "vedere" dove effettivamente sia un elettrone dovrai
necessariamente colpirlo e farlo interagire con la luce che userai per
la rilevazione. Quando non saranno piu' ( come nel caso del bicchiere )
miliardi di miliardi di elettroni ma pochi sparuti elementi questi
schizzeranno via lasciando poche tracce della situazione originaria.
Spero di averti dato un qualche chiarimento.
Received on Tue Jan 03 2006 - 14:47:05 CET
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