Re: 2 o 3 domande

From: marcofuics <marcofuics_at_netscape.net>
Date: 19 Dec 2005 07:03:26 -0800

CIAO,

Josef K. ha scritto:

>
> tra l'altro (e questo � un limite mio) ho una certa diffidenza verso
> questo accanimento nei confronti della relativit�, la quale poveretta,
> nella sua versione ristretta � una delle teorie che si dovrebbe
> accettare con pi� facilit� viste le sue applicazioni "vincenti" e le
> sue prove sperimentali.

Ma nessun accanimento contro la relativita': anzi la considero
seriamente un gioiello di logica e filosofia. Per me e' stupenda!

> Se ci siano ragioni pi� profonde perch� le cose stiano cos� � del
> tutto probabile, anche se oggi ignoto. Capisco che le tue domande
> siano stimolanti, ma per darsi una possibile risposta non bisogna
> andare a tentoni ma studiare il pi� possibile ci� che � noto.

Precisamente, e' quello che cerco di fare....

ma in buona sostanza non so ne' quale sia la domanda che avrei bisogno
di porre, ne' tantomeno quale sia la persona o l'esperienza che mi
aiuti a capire.... sono molto in alto mare...:)

> Ci� che ancora mi rimane ignoto � perch� mq e relativit� ristretta non
> si sposerebbero bene.

OK
Tento di esprimermi in modo il piu' chiaro possibile su questo ultimo :

TESI
La meccanica quantistica non sposa bene la relativita'.

IPOTESI
Che l'eq.ne di Dirac sia rel. invariante mi significa che, formalmente,
essa ha soluzioni che non cambiano al cambiare del sistema di
riferimento..... OK
Io mi riferisco alla eq.ne come tale. Essa sostanzialmente deriva da
una induzione; il supporre che ( come del resto per quella di Klein
Gordon ) ci sia per un micro corpo la relazione einsteniana per cui la
sua energia ( al quadrato ) E^2 = p^2 + m^2 , posso ridurmi alla radice
 con tutte le implicazioni e considerare la eq.ne di Dirac.
Orbene, sappiamo entrambi che la eq.ne su esposta risulta come una
estensione di quella di Schroedinger che vale nel limite classico.
Infatti per Schroedinger valeva in sostanza la dualita' tra particella
classica da un lato e funzione dell'onda della particella
dall'altro.... per l'una l'Hamiltoniano e per l'altro la eq.ne
ondulatoria.
Se prendo in considerazione l'Hamiltoniano quantistico ( sia di prima
che di seconda quantizzazione ) vedo che esso costringe la soluzione (
per la particella ) a non avere confini, anzi vieta ad essa la
localizzazione. Ora per la relativita' questo e' necessario: se io non
localizzo la densita' di energia o pressione non posso curvare lo
spazio-tempo... come posso definire la metrica su questa varieta' se
non riesco a localizzare i punti delle deformazioni?
Allora l'unica via di uscita e' di supporre l'assoluta inestensione
delle particelle ( dei punti geometrici nello spazio-tempo ).

Ora tu potresti sollevare l'obiezione ( legittima, per carita' ) : che
non sposi la relativita' generale, ma che sposi la relativita'
speciale.

Beh, qui il disorso e' piu' sottile.

Se io penso alla relativita' speciale penso sostanzialmente al fatto
che lo spazio ed il tempo sono percepiti attraverso la luce. Ora , ed
e' per me molto complicato esprimere questo concetto, la luce non ha
una estensione ... se pensi ad un fotone potresti immaginarlo come un
onda che trascende il presente e che nasce contemporaneamente in ogni
sorgente ( elttromagnetica ) dell'universo. Cioe' la luce stabilisce la
sincronia tra i punti dello spazio-tempo [ credo proprio che mi sia
espresso male.... ma meglio di cosi' adesso non so fare ] .
Orbene, la soluzione di Dirac cozza concettualmente con questo fatto:
essa ha come ipotesi una assunzione classica trasferita formalmente
alla descrizione quantistica:
Nella assunzione si parla di quantita' locali che pero' nella
descrizione quantistica divengono estese, globali, ed inficiano la loro
stessa deduzione relativistica.
Received on Mon Dec 19 2005 - 16:03:26 CET

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