Elio Fabri wrote:
> Se guardi la formula di Planck puoi verificare che _per una data l.
> d'onda_ l'intensita' cresce con la temperatura, per cui un corpo
> (nero) piu' caldo e' *sempre* piu' luminoso di uno piu' freddo.
>
>
Non posso che essere assolutamente d'accordo ma, secondo me, questo
errore parte da lontano e precisamente dal fatto che quasi nessuno
spiega che la formula di Planck definisce l'irradianza spettrale [in
lambda, W/(m^3)] emessa dalla e *sulla* superficie del corpo nero. Se ci
si mette ad una certa distanza, l'irradianza cambia: in caso di
simmetria sferica diminuisce come 1/r^2. Tutt'altra cosa succede alla
radianza spettrale [in lambda, W/(m^3 sr)] che, invece non dipende dalla
distanza. Tuttavia quando si fanno discorsi di bilancio radiativo o,
stessa cosa, dell'energia incidente su un rivelatore occorre sempre
calcolare l'irradianza.
Questo spiega, per esempio, i grafici *che andrebbero spiegati bene* che
confrontano l'irradianza dovuta alla radiazione terrestre con quella
solare in atmosfera e che mostrano delle funzioni di simil-Planck :-)
che s'incrociano.
Per questa ragione sconsiglio anche l'utilizzo della parola "luminoso" a
meno di non definirla in modo esatto.
Scusa il mio intervento ma cercare di far capire agli studenti i
problemi legati al corpo nero e ai bilanci radiativi in generale e' una
mia fissazione!
Daniele Fua'
Uni. Milano-Bicocca
Received on Sun Dec 04 2005 - 16:41:20 CET
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