smargiassi_at_ts.infn.it ha scritto:
> Mentre sono d'accordo che in questo contesto il considerare elettroni
> delocalizzati sia piu' comodo, faccio notare come in realta' sia
> possibile considerare gli elettroni in banda di valenza come
> localizzati: basta eseguire la trasformazione unitaria nel sottospazio
> degli stati occupati che fornisce le c.d. funzioni di Wannier, che
> sono localizzate se non su di un singolo atomo, almeno in una regione
> piuttosto piccola. Per certi sistemi, tipicamente cristalli
> molecolari, puo' essere il modo piu' conveniente di procedere.
La tua replica mi fa piacere perche' permette di aprire un discussione
anche a carattere didattico, su un pezzo della fisica che mi pare
assai trascurato, fatta eccezione l'ambito specialistico.
Certamente ho detto male scrivendo che gli elettroni "sono"
delocalizzati: in che stato si trovi un elettrone dipende da tante
cose (molte delle quali io non so...).
Percio' accetto senz'altro che la f. di Wannier (che conosco solo di
nome) siano piu' adatte a rappresentare certe situazioni.
Pero' resta il fatto che gli _stati stazionari_ sono delocalizzati,
nel senso che ho detto: teorema di Bloch, ecc.
E per parlare di livelli occupati o liberi bisogna pensare agli stati
stazionari.
> Dipende da dove vuoi partire: se sei disposto ad accettare come
> ipotesi di partenza - ipotesi giustificabile in molti casi - che un
> elettrone sia descrivibile come una particella classica avente una
> relazione di dispersione non quadratica ma data dalla forma E=E(k)
> della banda cui appartiene, allora se non ricordo male basta il
> teorema di Liouville piu' il principio di esclusione.
Che cos'e' una relazione di dispersione per una particella classica?
Che cosa sono k e w?
Quello che dici e' un modo certamente efficace e sbrigativo di
riassumere i risultati della m.q., ma non e' certo autosufficiente...
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Elio Fabri
Received on Fri Dec 02 2005 - 20:49:27 CET