Re: Relativita`della contemporaneita`
Elio Fabri ha scritto:
> Certa? E chi te lo garantisce? :-))
Alla mia et�, qualche punto di riferimento devo per forza averlo. :-))
> Solo che io non direi "secondo O", ma "nel riferimento di O".
> Sembra la stessa cosa, ma toglie il rischio di una certa soggettivita'.
> Non e' importante l'esistenza di un osservatore, che puo' essere
> sostituito da un'adeguata batteria di strumenti automatici: e'
> viceversa importante precisare il sistema di riferimento in cui si
> fanno le misure.
Giusto!
> Vedi, l'espressione "significato fisico" piace molto ai fisici (me
> compreso) ma se si dovesse cercare di definirla, sarebbero guai ;-)
Va bene, ho capito, ma lasciami l'orecchio. :-))))
>
> Dato che c e u sono velocita', e senza dubbio c+u e' una somma, e'
> difficile non indicare c+u come una "somma di velocita'".
> Il problema e' che per te "somma di velocita'" e' indissolubilmente
> associato all'idea della "composizione delle velocita'", e giustamente
> osservi che in questo caso non e' quello che stiamo facendo.
> La soluzione (secondo me) sta nell'abrogare l'uso di "somma" come
> sinonimo di "composizione".
> Anzi io sono piu' radicale, e non amo neppure parlare di
> "composizione".
Su questa cosa dovr� rifletterci molto, intuisco, ma non capisco bene.
> Ma per eccesso di chiarezza, voglio riscrivere la tua soluzione in
> altro modo, perche' forse si capira' meglio come mai qui la somma ci
> sta bene, ed e' proprio una somma che bisogna fare.
>
> Indichiamo con t il tempo che intercorre tra l'emissione del lampo e il
> suo arrivo al treno.
> In questo tempo, il treno ha percorso un tratto vt, mentre il lampo ha
> percorso un tratto ct. Questi due tratti (segmenti) *sommati* debbono
> dare la distanza iniziale D, ecc.
>
> Cosi' si vede che abbiamo un unico intervallo di tempo (misurato in un
> unico rif.) e abbiamo un segmento di lunghezza D (definito in quello
> stesso rif.) che consiste di due parti. Le lunghezze di queste due
> parti sono date dalla definizione di velocita', e tutte le velocita'
> sono misurate nello stesso rif.
> In queste condizioni la relativita' non ha niente di nuovo da dire.
>
Chiarissimo!!!
> Se vi diverte, provate a risolvere quest'altro problema, un po' piu'
> complicato.
>
> Una sorgente emette una radiazione monocromatica, di frequenza f, che
> incontra uno specchio il quale si muove rispetto alla sorgente con
> velocita' v.
> Calcolare la frequenza f' della radiazione riflessa, misurata dalla
> sorgente.
Metto di nuovo le mani avanti: la mia conoscenza � moooolto limitata
(terzo anno al liceo classico e un po' (pochi) di libri che avete
consigliato tu e altri su questo NG), perci�...
Nel riferimento S, M si allontana a velocit� u, perci� il lampo
impiegher� t_s secondi per raggiungere M, percorrendo uno spazio pari
a ct.
Nello stesso tempo, M si � allontanato di ut metri.
Potremo scrivere:
ct = d + ut_s => t_s = d / (c - u)
D'altra parte nel riferimento di M � S che si allontana emettendo da
distanza d un lampo.
Poich� (copio dal libro) "in tutte le forme di moto ondulatorio, la
velocit� di propagazione dell'onda � indipendente dalla velocit�
della sorgente",
nel riferimento di M sar�:
t_m = d / c
t_s / t_m = c / (c - u) = f_s / f_m
(1) f_m = f_s * (c - u) / c
Per l'onda di ritorno basta scambiare M con S:
f_sr = f_m * ( c - u ) / c ; sostituendo a f_m la (1) :
f_sr = f_s * [(c-u)/c]^2 (frequenza della luce che ritorna, secondo il
riferimento S)
f_sr - f_s = (un po' di passaggi) = f_s * (2u/c - u^2/c^2)
Sar� vero?
Ciao
Martino
Received on Sun Nov 27 2005 - 13:39:43 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Thu Nov 21 2024 - 05:10:18 CET