(wrong string) � ristretta: un dubbio
"Valter Moretti" <vmoretti2_at_hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:1132765647.035693.53300_at_g49g2000cwa.googlegroups.com...
> Ciao,
Ciao Valter, ti do del tu, spero che non te la prenda.
[cut]
> A me la meccanica classica l'anno spiegata a scuola con le palline,
> i carrelli, gli stroboscopi , il marcatempo e tutto il resto.
> Ma non hanno fatto molto effetto su di me.
> Anche perch� per es.
> gli insegnanti che ho avuto non sono mai stati in grado di spiegarmi
> cosa fosse un sistema di riferimento inerziale, senza incorrere in
> palesi tautologie e avere poca chiarezza su queste cose fondamentali
> mi faceva perdere la fiducia su tutto il resto.
> Una delle cose che invece fece un effetto grandissimo
> fu proprio l'equazione di Einstein:
>
> R_ik - (1/2)R g_ik = G T_ik
Perch� ti sei accorto di avere una determinata indole fin da piccolo, come
me ne sono accorto io e molti altri, ma sono pi� quelli che non se ne
accorgono.
[cut]
> Tutto questo mi sembr� incredibilmente interessante,
> ma maledettamente incomprensibile. Passai gli anni
> successivi a cercare di capire il significato
> di tutte quelle cose e del linguaggio matematico
> necessario.
Come m�, cercavi soddisfazione alla tua indole.
>
> Se devo decidere "con l'accetta" su cosa mi ha spinto a laurearmi
> in fisica ed andare oltre, devo dire che � stata quell'equazione
> e molte altre cose che appresi investigando su quell'equazione,
> inclusa la meccanica classica [significato di sitema di riferimento
> inerziale
> ecc...] non i carrelli carrelli, le fotografie stroboscopiche e tutto
> il resto.
Concordo, ma non c'entra con il mio discorso. Io parlavo della "massa adulta
non di scienza", e di ragazzi al primo contatto con la meraviglia di
soddisfare le curiosit�. Mentre tu sposti il discorso su di te e in generale
su persone di scienza.
>
> Come ho gi� detto su un altro post, una delle maggiori difficolt�
> che incontrai nella mia strada di curioso sono proprio state le idee
> sbagliate che trovai nella cattiva divulgazione, quando non ero in
> grado
> di capire ancora i testi tecnici e non ero nemmeno in grado di capire
> se i problemi di comprensione erano nel libro o nel mio modo di
> ragionare.
Vedi, � l'impulso di cui parlo io.
> Potrei fare un elenco di quesate idee "fasulle" che circolano ancora
> ora sia nei libri che nelle trasmissioni televisive. E sono spesso
> idee che riguardano concetti elementarissimi della fisica.
> Per dirla con uno slogan: la maggior parte dei programmi divulgativi
> di fisica che si vedono in TV non usa categorie newtoniane,
> ma addirittura categorie aristoteliche. Il terzo pricipio di Newton
> o la relativit� galileiana del moto sono concetti fantascientifici.
Appunto, perch� le persone in grado di spiegarle alla societ� (attenzione,
non agli studenti) in termini semplici, quindi inevitabilmente imprecisi,
non si prendono la responsabilit� di farlo. Non potrebbe essere per paura di
essere isolati dalla comunit� scientifica? E' una domanda....
>
> E' vero, hai perfettamente ragione a dire che i programmi come
> quello di cui abbiamo discusso possono servire ad accendere
> scintille iniziali, ma non servono a niente, per non dire che sono
> deleteri, per chi ha gi� quella scintilla e non � ancora in grado di
> procedere con le proprie gambe.
Infatti, qui ci si deve spostare sul piano scolastico, e i media finiscono
la loro azione. Concordi con me nel dire che l'hanno fatta? Se mi segui
dimmi, come fare scoccare quella scintilla ha chi possiede la nostra stessa
indole, ma non se n'� ancora accorto? Facendogli vedere in televisione come
si ricava l'equazione di Schrodinger?
>
> Inoltre, sar� un problema personale, per� quelle trasmissioni
> si basano sempre di pi� su una "ideologia" della scienza,
> la "scienza spettacolo" che � lontanissima dalla natura propria
> della scienza e questo mi infastidisce tremendamente.
Certo, ragionando da scienziato, docente o studente, ci mancherebbe che ti
soddisfino. Ma la bellezza della scienza non dovrebbe essere prerogativa
solo di queste categorie. Gli altri potrebbero vederla in quelle
trasmissioni.....
>
> >stessa cosa, un divulgatore che insegna
> >fisica a centinaia di migliaia di ascoltatori di un media, a mio parere,
non
> >deve assolutamente essere accusato, ma neanche criticato, per gli
apparenti
> >strafalcioni che commette. "Sono indispensabili per insegnare nei media".
>
> Su questo dissento in generale. Come ascoltatore ho il diritto di
> dire la mia: i media non sono un fine, sono un mezzo, la loro
> natura non abolisce affatto i diritti del singolo spettatore.
> Se uno si mette su un palco a "recitare", chi � nel pubblico ha il
> diritto,
> e in questo caso, dato che la RAI � un servizio pubblico, anche il
> dovere di criticare se lo ritiene giusto (nei limiti della civit�).
> Chi sale sul palco televisivo deve mettere in conto la possibilit�
> di prendersi i pomodori ;-)
Si, ma la critica deve essere posta su altri concetti, quelli dei media, non
quelli della scienza, poich� siamo su due piani diversi.
Se l'attore sul palco, recita una poesia inglese in italiano, non lo devi
criticare perch� non esprime ci� che la poesia fa soltanto nella lingua
originale, bens� lo puoi criticare se non � capace di recitare (lanciagli
pure i pomodori, ma solo in questo caso).
A mio parere, riportando l'esempio dei medici, essi hanno capito, forse
perch� il tipo di scienza lo induce da se, che i rapporti media/societ� e
didattica/studenti viaggiano su binari paralleli. In media/societ� si deve
inevitabilmente utilizzare un certo tipo di insegnamento (probabilmente si
dovrebbe usare un'altro nome) perch� si tratta di interazione tra due
strutture con determinate caratteristiche. In didattica/studenti occorre
utilizzare un'altro tipo di insegnamento (quello vero e proprio), poich� si
tratta di strutture con caratteristiche diverse dalle altre due.
Sta tutto qui. Il piano in cui porre l'attenzione non pu� essere lo stesso
per i due rapporti. Un personaggio che riesce ad agire in entrambi �
certamente una persona da incentivare, sperando che altre come lui ce ne
siano per dare al servizio pubblico RAI un ruolo pi� serio, interessante e
utile.
Ciao,
Nurom
Received on Wed Nov 23 2005 - 21:52:02 CET
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