Re: The only mistery of quantum mechanics...
Aleph ha scritto:
> Nella didascalia all'interno di un recente articolo divulgativo (poi
> magari dir� anche il nome del fisico molto capace che ne � l'autore)
E' stato faciissimo scoprirlo :)
L'articolo si trova in "Asimmetrie", la rivista divulgativa dell'INFN.
> si legge: "Si osservi che il singolo fotone, essendo un'unit�
> indivisibile, passa necessariamente o dalla fenditura b o dalla c
> (questo pu� verificarsi ponendo due rivelatori subito dopo le
> fenditure e constatando che scatta sempre uno solo di essi). Ma tutto
> va come se il fotone che passa per b sapesse che la fenditura c �
> aperta (infatti chiudendo una fenditura la figura d'interferenza
> sparisce)".
Non condivido l'asserzione quasi "a priori" che il fotone e' un'unita
indivisibile.
In realta' questo e' sperimentabile, perche' se misuri l'energia che
attraversa una fenditura non troverai mai una frazione di hf: o hf o
zero.
Il "tutto va come se" potrei accettarlo se venisse espresso in forma
piu' ipotetica: "sembrerebbe che tutto vada come se ...".
Gamow ha scritto:
> A me pare una osservazione veramente singolare. Un discorso simile
> puzza di "classico", quando tutti predicano sempre che quando si ha a
> che fare con la QM si debbono abbandonare i pregiudizi legati alle
> nostre percezioni macroscopiche.
> Nella QM in differenti limiti le "particelle" possono essere viste
> come particelle (appunto) o onde. Per non parlare della QFT.
Sebbene questo sia un modo di esprimersi comunissimo, a me non piace.
Preferisco (seguendo Feynman) dire che le particelle sono particelle e
basta.
Solo che si tratta di particelle "quantistiche", che si comportano in
modo diverso dalle palline o dai granelli di sabbia.
Una delle differenze e' di avere una nuova proprieta', quella che F.
chiama "ampiezza".
cometa_luminosa ha scritto:
> Il fotone non e' un corpuscolo con individualita' ben definita prima
> di essere rivelato, quindi affermare che passa dall'una o dall'altra
> fenditura, a parer mio, e' scorretto. Quello che si dovrebbe dire e'
> che il campo passa da entrambe le fenditure e poi si manifesta come
> fotoni quando viene rivelato.
Non sono d'accordo.
Non so che cosa significhi "individualita' ben definita".
Certamente in QED ha perfettamente senso parlare di stati del campo
e.m. in cui e' presente *esattamente* un fotone, e questo a
prescindere dall'esistenza di fenditure, e da dove siano posti gli
strumenti di misura.
Invece il tuo "campo che passa" non si che cosa significhi: tieni
presente che nello stato con un solo fotone e' proprio l'osservabile
"campo" che e' del tutto indeterminata...
Tommaso Russo ha scritto:
> Che sia divulgazione, che sia docenza, l'idea che un fotone sia una
> specie di pallina che per passare attraverso uno schermo debba per forza
> percorrere una traiettoria - e quindi passare o di qua o di la' - credo
> sia proprio quello che poi confonde le idee.
D'accordo.
> Io preferisco dire che il campo EM (piu' precisamente: le sue
> variazioni) si propaga lungo tutti i cammini possibili, ma che la sua
> interazione con un assorbitore puo' aver luogo solo in *un* punto (o
> piccola regione dello spazio) dove non e' nullo, e trasferire multipli
> interi del quanto d'energia.
Naturalmente vale per te la stessa obiezione che ho fatto a
cometa_luminosa.
--
Elio Fabri
Received on Mon Jan 23 2012 - 21:09:49 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Sat Jan 04 2025 - 04:23:36 CET