Re: In fisica si può parlare di "entità" elementari ?

From: Paolo Russo <paolrus_at_libero.it>
Date: Tue, 24 Jan 2012 20:52:53 +0100

[Multivac85:]
> Interessante, comunque mi riferivo a teorie che spiegano il processo
> della vita in generale, non azioni particolari degli esseri viventi
> come la circolazione sanguigna o il movimento dei muscoli, su cui sono
> d'accordo che sono descrivibili mediante le teorie della fisica. Per
> quanto riguarda la termodinamica, immagino ti riferisci alle strutture
> dissipative, vero? Dici che non possa bastare tali spiegazioni nella
> termodinamica per quali motivi?

Quel che intendevo dire e` che la chimica (per esempio) rispetta la
termodinamica, ma dalla sola termodinamica non deduci la chimica.
Se ti interessa la vita in generale, quella e` chimica, perloppiu'
organica. Forse potresti leggere "Il caso e la necessita`" di Monod.

>> forse non e` tanto
>> la fisica o la chimica che dovresti approfondire, quanto
>> l'informatica: programmazione in generale e reti neurali in
>> particolare.
>
> Anche qui mi piacerebbe qualche consiglio bibliografico al riguardo...

Non saprei proprio. Ho imparato a programmare all'alba dei tempi, e
in quanto alle reti neurali credo che ti convenga googlare in giro
per farti un'idea e poi magari approfondire dopo (e a quel punto
probabilmente avrai anche accumulato un po' di bibliografia).

> Intanto, per tornare all'argomento principale (ovvero se ci siano non
> solo entità fondamentali in fisica ma se ci siano entità di qualsiasi
> tipo in fisica),

Scusa ma "se ci siano entita` di qualsiasi tipo in fisica" e` un
ovvio si', a meno di adottare una qualche definizione di entita`
fatta ad arte per negarlo. Qualsiasi legge fisica, qualsiasi
equazione dice qualcosa sul comportamento di entita`; non vedo che
altro possa fare. Non riesco nemmeno a immaginare cosa mai potrebbe
significare l'asserzione contraria.

> posto un brano di "Fisica per poeti" di Robert H.
> March:

Mi permetterei di consigliarti una fisica un po' meno per poeti e
piu' per studenti. :-)

> (pag. 73-74): "Se la teoria della gravita' fu la piu' famosa impresa
> di Newton, una sua caratteristica gli provoco' il suo guaio piu'
> serio. Riguardava il concetto di azione a distanza, [...]
> In privato, Newton scredito' questa
> idea ritenendola assurda, [...]
> Ma la sua presa di posizione pubblica era alquanto diversa.
> [...] "Non partecipo ad aride speculazioni". [...]
> Oggi, come vedremo nei capitoli finali di
> questo libro, il privo di sostanza ha trionfato completamente e
> quell'"agente" che Newton così altezzosamente rifiuto' ha assunto un
> ruolo preminente sulla materia stessa."

Non potrei essere meno d'accordo. A Newton non piaceva l'azione
diretta a distanza che era stato costretto a introdurre nella sua
teoria e che e` effettivamente assente nelle teorie moderne, quindi
aveva perfettamente ragione (anche se forse per caso).

> (pag. 325) "...Così e' importante ricordare un tema centrale: la
> materia, in apparenza solida, e' niente piu' che una manifestazione di
> campi che non "occupano" alcuno spazio.

In fisica dicesi campo un attributo di ogni punto dello spazio,
definito da una funzione f(x,y,z) il cui valore non e`
necessariamente scalare (ad es. puo` essere un vettore). La vedo
dura sostenere che un campo non "occupi" spazio. Lo pervade, scusa
se e` poco. Spero che l'autore non intenda sostenere che se
un'entita` non e` "solida al tatto" allora non esiste...

> La fisica moderna ha accettato
> la sfida di Rudjer Boscovich, che e' stata brevemente accennata nel
> capitolo sesto. La ricerca dei costituenti ultimi della materia puo'
> finire soltanto con la scoperta di oggetti puntiformi privi di
> struttura.

Se lo intendiamo come un requisito "a priori" di stampo filosofico,
e` infondato.
Sulla questione la fisica non ha ancora deciso nulla. Le teorie
attuali usano particelle che *da un certo punto di vista* sono
puntiformi, ma neanche questo e` definitivo; per esempio, che io
sappia nella teoria delle stringhe le particelle non sarebbero
puntiformi.

> Ma lo spazio e' lontano dall'essere vuoto, poichè su scala
> abbastanza ridotta, le relazioni di indeterminazione permettono a
> piccole quantita' di energia di comparire e di scomparire. E' di tali
> oggetti che sono fatti i campi."

Premesso che non ne so neanche lontanamente quanto vorrei, questa
descrizione mi fa un po' rabbrividire, non perche' non abbia almeno
un vago fondo di verita`, ma perche' non oso immaginare che idea uno
possa farsi leggendola.

Ciao
Paolo Russo
Received on Tue Jan 24 2012 - 20:52:53 CET

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