"moretti_at_science.unitn.it" <vmoretti2_at_hotmail.com> wrote in message
news:1130335136.919139.260270_at_g47g2000cwa.googlegroups.com...
> Il punto di vista corretto
> non � discutere la contemporaneit� o meno degli eventi
> (esiti delle misure localizzate nello spaziotempo)
> connesi dai fenomeni EPR, ma se tali eventi
> siano connettibili o no da curve spaziotemporali
> di tipo causale. La risposta � negativa (o meglio, le
> correlazioni EPR rimangono anche quando tali curve non
> possono esistere).
D'accordo, dove con "connettibili da curve spaziotemporali di tipo
*causale*" immagino proprio che tu intenda che l'eventuale segnale
correlante che va da A a B non puo' viaggiare a velocita' maggiore di quella
della luce (si noti che andiamo da A a B, quindi qua si intende velocita'
one-way minore della velocita' one-way della luce!!!). Si entra quindi nel
discorso scivoloso (a mio modo di vedere scivoloso, perche', sempre secondo
me, si corre continuamente il rischio di ripiazzare il tempo nell' olimpo
dell' a priori) dei paradossi causali connessi all'eventuale esistenza dei
tachioni.
Personalmente l'estate scorsa, grazie ad interventi di El Filibustero su is,
nonche' a contatti privati avuti con il prof. Stedman, sono finalmente
riuscito a capire la sostanza di questi paradossi. In particolare ho capito
che il paradosso ha luogo *solo* se tachioni aventi opportune proprieta'
(cioe' opportuna velocita', per data sincronizzazione, rispetto ad opportuni
riferimenti) vengono mandati prima in andata poi in ritorno. I tachioni solo
in andata non danno luogo ad alcun paradosso. E, sempre secondo il mio
parere, parlando di paradossi causali associati a tachioni solo in andata si
mostra di non aver pienamente compreso la convenzionalita' della
simultaneita'.
Il fatto che Pauli parli di tali paradossi in maniera, a mio modo di vedere,
sbagliata mostra quanto il discorso sui tachioni possa essere scivoloso.
Riporto qui alla lettera quanto appare sul Pauli "Teoria della relativita'"
Boringhieri (1958) pag. 26
"Ma si puo' affermare di piu': se un'azione potesse propagarsi in K con una
velocita' superiore a c, allora esisterebbe un sistema K' (in moto rispetto
a K con velocita' inferiore a c) in cui un evento, che nel sistema K e'
causa di un secondo, posteriore nel tempo, si verificherebbe invece *dopo*
quest'ultimo. Supponiamo che sia
uy=uz=0, u>c.
Dall'inversione di [6.1] segue allora
u'=(u-v)/(1-(uv/c^2))<0,
ogni qualvolta e' c/u<v/c<1. I concetti di causa e di effetto risulterebbero
dunque scambiati, e si puo' quindi concludere affermando l'impossibilita' di
lanciare segnali con velocita' superiore a c [qui Pauli riporta il
riferimento A. Einstein, Ann. Phys. 23, 371 (1907) che personalmente non
sono ancora riuscito a consultare quindi non posso riportare quanto dice
Einstein nel 1907]".
Come dicevo sopra il discorso che fa qua Pauli a me pare palesemente
scorretto. Dicendo che in K' la causa si verificherebbe dopo l'effetto,
Pauli dimentica che quel "dopo" significa semplicemente che, detto Tc
l'istante segnato dall'orologio fisso in K' nel punto in cui si verifica la
causa nel momento in cui avviene la causa, e detto Te l'istante segnato
dall'orologio fisso in K' nel punto in cui si verifica l'effetto nel momento
in cui avviene l'effetto, si ha semplicemente Tc>Te. Siccome gli istanti
segnati dagli orologi vengono fissati convenzionalmente (anche gli orologi
nelle varie nazioni vengono fissati convenzionalmente in modo tale da far
si' che, mediamente, al sorgere del Sole segnino le ore 6), il paradosso
suddetto equivale ad affermare che sarebbe paradossale il fatto che gli
orologi di Sidney segnino le ore 8 nel momento in cui avviene la causa
"partenza del dato aereo" per poi segnare, gli orologi di Roma, le ore 7 nel
momento in cui avviene l'effetto "arrivo del dato aereo".
Cioe' Pauli da' a quel "dopo" un valore assoluto (ripiazza il tempo nell'
olimpo dell' a priori), dimentica totalmente quanto c'e' di convenzionale in
quel "dopo".
E siccome Pauli scrisse queste cose nel 1921 quando erano ancora nel pieno
della loro attivita' sia Einstein che Reichenbach, qualora nessuno dei due
fosse intervenuto a correggerlo (cosa che io non so, ma penso di no) si
mostrerebbe ancora una volta quanto questi discorsi siano scivolosi.
Per quel poco che so degli esperimenti alla Aspect, nel mio piccolo ho
provato a vedere se, tenendo conto della convenzionalita' della
simultaneita', si sarebbero potute giustificare in qualche maniera
accettabile le correlazioni e non sono arrivato da nessuna parte, pero',
siccome nelle esposizioni di tali esperimenti mi pare di vederci sempre
proposizioni tipo "la velocita' one-way di t non puo' essere maggiore della
velocita' one-way della luce", con enti convenzionali che vengono messi in
un confronto del quale io almeno non riesco a vedere chiaramente il
contenuto fisico, mi rimane sempre un po' di dubbio del tipo: "Ma siamo
proprio sicuri di non scivolare anche qua"?
> Ciao, Valter
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue Nov 01 2005 - 14:16:54 CET