Re: lo stato del vetro

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Mon, 10 Oct 2005 10:59:27 GMT

                    Il 09 Ott 2005, 19:57, Daniele Orlandi <daniele_at_orlandi.com> ha scritto:
> marcofuics wrote:
> >
> > Io invece ti posso assicurare che i vetri delle finestre ( ma ne
> > avranno tanti di anni ) d'una casa che conosco, sono "colati" un po'...
> > e si vede anche ad occhio! Presentano oltre al classico rigonfiamento
> > inferiore anche una sorta di effetto-onda superficiale...
>
> ...e tu hai qualche motivo particolare per rifiutare l'ipotesi che il
vetro
> abbia assunto quella forma quando ancora era fuso?
>
> Tempo fa, il vetro così era anche l'unica possibilit�... visto che non
erano
> ancora state inventate le tecniche per produrre lastre piane e lucide.

Sembra anche a me l'ipotesi piu' verosimile.
Voglio contribuire con una nota di folklore.
L'ig-Nobel per la fisica di quest'anno e' stato
attribuito ad un gruppo di studiosi australiani
che studia le proprieta' viscose di un particolare
tipo di catrame. L'esperimento ha gia' raggiunto la
ragguardevole eta' di novantanni. I giovani ricercatori
hanno ereditato questo apparato che consiste in un
dispositivo che raccoglie le gocce di catrame che colano
lentamente da un contenitore, dai fondatori del loro istituto.
Esistono in effetti diversi esperimenti sui materiali che richiedono
pose lunghe anni. In quasi tutte le universita' esistono delle soffitte
con strani marchingegni di caricamento per lo studio delle risposte
nel tempo che registrano temperatura umidita' e deformazione. Se
questi dati serviranno un giorno a qualcosa non e' esattamente noto.

> > interpretabile senza fatica con l'ipotesi di un fluido viscosissimo
>
> ...altrettanto facilmente confutabile con l'esperienza pratica :)

Non cosi' semplicemente. Ripeto: praticamente tutti i materiali
compresi i solidi cristallini, non sono reticoli ideali (in alcuni
casi non e' nemmeno ben definita la struttura ideale di riferimento)
hanno un rate di deformazione plastica, di difficilissima eliminazione,
dovuto alla dinamica delle dislocazioni o piu' generalmente delle
singolarita' topologiche per l'effetto di stress meccanici di
deformazione indotti dai gradienti di temperatura, dalle reazioni
chimiche, dalle sollecitazioni traumatiche, dalle fluttuazioni termiche e/o
dalle semplice evoluzione dinamica (aging). Uno dei modi usati in
geologia, paleologia, archeologia per studiare la data di formazione
di una roccia o di un coccio ceramico dalla materia fusa consiste
proprio nel contare il numero di difetti facendo ricorso a tecniche di
luminescenza o di risposta al suono che risentono della frazione di
vuoti e/o di nodi di sollecitazione nel caso di strutture amorfe e/o di
difetti di dislocazione nel caso di materiale cristallino.

> Ciao,
>
> --
> Daniele Orlandi ���
>
          

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Received on Mon Oct 10 2005 - 12:59:27 CEST

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