"Silvia" <miao_at_miao.it> wrote in message
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> Ricordo vagamente una cosa, qualcuno mi pu� aiutare?
>
> Pochi anni, o mesi prima che Einstein pubblicasse la sua teoria
> un fisico vecchia scuola afferm� che
> "nella fisica non c'era pi� nulla da scoprire"...
>
> Qualcuno si ricorda chi era?
> Sentii questa cosa da qualche parte, un programma divulgativo probabilmente.
>
> Help?
>
> Silvia
Si trattava di Michelson, che si espresse ricordo vagamente a memoria
con queste parole:
"pure se sarebbe avventato sostenere che la scienza del futuro non ci
riservera' le sorprese e le meravigliose scoperte che ci ha concesso
nel passato, tuttavia possiamo ritenere che i suoi principi fondamentali
siano stati conclusivamente e stabilmente tracciati. In modo che la
scienza del futuro sara' orientata alla ricerca del dettaglio, alla
misura delle costanti fino alla sesta o alla settima cifra decimale,
e' per questo che la scienza del prossimo secolo si annuncia come una
scienza in cui avra' molta maggiore importanza l'arte della misurazione"
ironia della sorte vuole che Michelson sia stato profetico per
tutt'altre ragioni da quelle che lo avevano sostenuto a pronunciarsi
circa l'importanza della precisione nelle misure e sia stato invece
proprio lui e la sua "non scoperta" dell'anisotropia della velocita'
della luce (che avrebbe reso felice il coniglietto di Alice nel paese
delle meraviglie) a costituire la ragione della prima grande
trasformazione dei principi fondamentali che Michelson riteneva ormai
stabilmente individuati.
Grazie per la domanda che mi ha permesso di recuperare questa
nozione e questo cardinale esempio di differente prospettiva,
permettendomi di riprendere le fila di un percorso mentale che
era tutt'altro che scontato. Oggi in pochi penserebbe che la scienza e'
alla conclusione, il ritmo di sviluppo e di cambiamento cresce,
le prospettive scientifiche si ampliano e si modificano continunamente,
eppure Carlo Bernardini in una intervista si sente in dovere di
ricordare che alla fine del secolo scorso molti pensavano che la
scienza fosse giunta ad una conclusione, e che oggi, educati da quella
esperienza possiamo evitare quell'errore. Avendo avuto modo di leggere
Poincare' in questi anni mi sono reso conto che la prospettiva che
deriva, circa la consapevolezza degli uomini di fine ottocento sullo
stato della scienza, dal prendere ad esempio Michelson e' fortemente
alterata rispetto al vero. Alcuni di loro, sulla base di
argomenti anche profondi, non ritenevano possibile
"chiudere" il processo scientifico, pure se non avevano idea di quali
potessero essere i tempi ed i modi della trasformazione del pensiero
scientifico di li' a poco. In poche parola il panorama era molto piu'
articolato e vicino a quello contemporaneo di quanto non si potrebbe
immaginare leggendo solo una parte, scelta in modo mal calibrato,
della immensa mole di pensieri prodotti alla fine dell'ottocento,
in primo luogo da coloro che facevano scienza.
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Received on Fri Sep 16 2005 - 15:07:43 CEST