Re: il suono su un sistema in moto: paradosso!

From: Aleph <nospam_at_no_spam.com>
Date: Mon, 12 Sep 2005 14:19:16 +0200

rofilippi ha scritto:

...
> Se su di un carrello in moto con velocit� uniforme di 340 m/s si
> trovano due persone A' e B'distanziate di 340m solidali al carrello
> A' emette un suono (il carrello si muove nel verso di B' verso
> A', in altri termini, l'osservatore "va verso il suono" ) ,
> dopo quanto tempo lo ricever� B'?

> Risposta paradossale:

> Sappiamo che il suono ha una velocit� legata al mezzo e non alla
> sorgente, quindi si muover� rispetto al suolo a 340 m/s ma rispetto
> all'osservatore B' che gli va incontro la velocit� si somma e
> diviene 340+340 = 680m/s. Se cos� fosse allora il suono
> all'osservatore B' arriverebbe dopo 340/680=1/2 s.
...

La risposta � corretta, anche se per evitare complicazioni teoriche
connesse con il superamento della velocit� del suono, consiglierei di
scegliere per il carrellino una velocit� minore, diciamo pari a circa la
met� o un quarto di quella che hai indicato.

> Se questo accadesse saremmo all'assurdo che non varrebbe il principio
> di relativit� di Galileo perch� sebbene i due sistemi vanno a
> velocit� relativa costante si potrebbe riconoscere il quale dei due mi
> trovo.

> Dov'� il difetto nel ragionamento?
...

Il punto cruciale su cui riflettere � che nel caso del suono esiste un
mezzo fisico (l'aria) che consente la propagazione delle onde sonore e che
costituisce un riferimento *privilegiato* (assoluto potremmo dire) per la
descrizione dei fenomeni sonori: proprio perch� in questo caso *�
possibile* stabilire, con esperienze analoghe a quella che hai proposto,
se ci si trova in stato di moto o di quiete rispetto al mezzo (Ad esempio
� anche possibile discriminare in base all'effetto Doppler, che assume due
espressioni lievemente differenti nei due casi, se � l'osservatore a
muoversi rispetto al mezzo o la sorgente del segnale sonoro).
D'altra parte il Principio di Relativit� nella formulazione originale
dovuta a Galileo prescindeva gi� chiaramente da situazioni particolari e
locali (vedi citazione del Dialogo riportata da Dumbo), come la presenza
di un mezzo materiale in una piccola porzione dello spazio, per cui il
fatto di considerare siffatte situazioni come *violazioni* del P.R. mi
sembra pi� che altro una questione di definizioni.
Certo se l'Universo fosse riempito uniformemente di aria (o di etere
luminifero) allora sarebbe senz'altro ragionevole aspettarsi una
violazione profonda del P.R.

Saluti,
Aleph
   



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Received on Mon Sep 12 2005 - 14:19:16 CEST

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