Re: Definizione campo eettrico

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 24 Aug 2005 09:45:15 GMT

"Unknow" <no_at_no.no> wrote in message
news:85Z18Z136Z92Y1124663424X22688_at_usenet.libero.it...
> Ciao a tutti
> Ho un problema sulla definizione del campo elettrico generato da un
insieme
> di cariche:
> si definisce il campo elettrico in un punto, come il rapporto
> F/q (F -> vettore)
> dove per� la carica di prova q dev'essere *sufficientemente piccola* da
non
> produrre una perturbazione nella configurazione delle cariche.

A me questa storia del "sufficientemente piccola" e' sempre sembrata strana.
Capisco che debba essere puntiforme, ma la piccola intensita' a me pare
assolutamente non necessaria. Certo che la carica di prova non deve
perturbare le altre e affinche' cio' avvenga un eventuale espediente (fra
gli altri) potrebbe essere quello di prenderla piccola, ma questo non e'
certo necessario. E in una definizione le cose non necessarie mi pare che
vadano evitate. Poniamo ad esempio il caso piu' semplice del campo generato
da una carica puntiforme. Si mette la carica di prova a distanza d e cio'
che e' necessario e' che le cariche (sia quella che genera il campo, sia la
carica di prova) siano ferme relativamente al riferimento in cui avviene la
misura di forza, ma cio' potrebbe avvenire anche senza che la carica di
prova sia piccola.
In conclusione a me pare che si debba dire qualcosa del genere:
dato un insieme di cariche aventi un dato stato di moto, si introduce del
punto P una carica di prova e si misura la forza. Con cio' direi che si
sottintenda (oppure, se non sembra sottinteso si puo' anche esplicitare) che
1) la carica di prova rimane "ferma" durante la misura (altrimenti non
rimane nel punto P)
2) lo stato di moto delle cariche generanti il campo, essendo "dato", deve
essere non perturbato dall'inserimento della carica di prova, ne' dalle
procedure messe in atto per la misura della forza.

Il punto 2) e' ovviamente una idealizzazione, ma il fatto che risulti
soddisfatto attiene a questioni sperimentali, non a questioni di
definizione.
Se si mette il "piccola intensita'" nella definizione sembra che la carica
di prova debba necessaramente essere piccola, invece un buon sperimentatore
potrebbe far si' che il "dato" stato di moto rimanga "dato" anche dopo
l'introduzione della carica di prova eventualmente non piccola, anzi *deve*
fare in modo che cio' avvenga, ma sono affari suoi se lo fara' usando
cariche di prova piccole o meno (cioe' su tale punto, sul *come* si potrebbe
fare per soddisfare la 2), non ci deve mettere bocca chi da' la
definizione).

> Unknow

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Wed Aug 24 2005 - 11:45:15 CEST

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