Re: fino a dove puo' arrivare lo studio della fisica
Sono convinto che non arriveremo mai alla fine della conoscenza o alla
TOE per un semplice banale motivo: ci annienteremo prima. Al di l� di
questa visione abbastanza pessimistica del futuro, sono convinto di una
cosa: noi SIAMO parte di ci� che vogliamo descrivere, ergo non potremo
mai conoscere fino in fondo come siamo fatti. Non so come descrivere in
parole semplici questa mia convinzione, ma prover� a buttar gi�
qualcosa che spero i moderatori lascino passare :)
Noi siamo, per qualche motivo ignoto a tutti, materia pensante. Abbiamo
la capacit�, cio�, di renderci conto di esistere in un luogo ed in un
tempo (hic et nunc, pi� o meno) abbastanza preciso. Abbiamo inoltre
una innata curiosit� nel cercare di capire come le cose funzionino, e
le capacit� di elaborare modelli, pi� o meno precisi, di queste cose.
Ma c'� un limite a tutto ci�: per fare questo possiamo affidarci
soltanto ai nostri sensi e alla nostra intelligenza, armi, per quanto
formidabili, limitate. Limitate perch�? Ma perch� noi siamo soggetti
alle stesse leggi fisiche cui � soggetto ci� che vogliamo analizzare.
I nostri sensi hanno dei limiti. La nostra intelligenza ha dei limiti.
La nostra intelligenza si � modellata, nel corso del tempo, su quello
che avevamo attorno, e sugli input che gli arrivavano dai nostri sensi.
Ancora oggi l'essere umano non riesce a comprendere cose che non
abbiano una connotazione spaziale. Quando si parla di atomi li si
raffigura come dei grappoli di uva :-D attorno ai quali ruotano palline
(gli elettroni) in orbite abbastanza definite. Anche spingendosi oltre,
e parlando di orbitali molecolari, non si pu� far altro che immaginare
una regione sferica dello spazio 'nella' quale c'� una buona
probabilit� di trovare gli elettroni. La Relativit� in s� viene
presentata come una teoria 'geometrica', definizione che ho letto qui
nel ng. E la gravit� stessa viene presentata come una deformazione del
tessuto spazio-temporale. E potrei continuare parlando delle stringhe,
che vengono presentate veramente come filamenti arrotolati su se
stessi. O della luce, a volte definita onda (con relativa
raffigurazione geometrica) o particella, con relativa pallina
sorridente.
Per definizione, noi non possiamo spingerci oltre i limiti che abbiamo.
Neanche volendolo. Abbiamo difficolt� nel comprendere un 'prima' del
'prima' se ammettiamo che l'universo non sia sempre esistito ma abbia
avuto origine da un big bang, e per ovviare a questo problema
ipotizziamo che il tempo sia iniziato con il big bang stesso. E nemmeno
riusciamo a visualizzare l'infinitezza del mondo in cui viviamo se non
elaborando geometrie che mi spaventano al solo pensiero :D
Siamo come quei quadratini nel gioco Life, che si muovevano in base ad
una legge semplice in un mondo virtuale altrettanto semplice. Quei
quadratini avevano solo quel mondo, e non concepivano altro che quello.
Che ne sapevano quei quadratini che loro erano solo dei bit, che in
realt� non esistevano veramente se non nella mente del loro
programmatore. Che ne sapevano quei quadratini del mare, del cielo,
dell'informatica e di tutto il mondo in cui viveva chi li aveva
progettati? Loro vivevano in un livello diverso dal nostro. Un livello
che noi chiamiamo inferiore. Ma vivevano. L�. Noi viviamo qui. Come
quei quadratini abbiamo un nostro mondo e delle leggi cui obbidire. Che
ne sappiamo noi del cielo del Dio che ci ha creato?
Sono convinto che nell'Universo non si celi la spiegazione al suo
funzionamento, e che tantomeno passi esclusivamente per di noi il
migliore dei modelli per descriverlo.
Received on Wed Aug 17 2005 - 00:21:59 CEST
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