Re: problema di accelerazione

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 03 Aug 2005 18:16:35 GMT

"sergio" <sertorassa_at_hotmail.com> wrote in message
news:1123073640.013369.310870_at_g44g2000cwa.googlegroups.com...
> Bruno Cocciaro wrote
>
> >Quando la velocita' della testa (o dei piedi che tanto vanno alla
> >stessa velocita') avra' raggiunto il valore [SQRT(3)/2]*c l'astronauta si
> >sara' allungato del doppio.
>
> immagino che questo derivi dalla teoria della relativita' (non ho molta
> dimestichezza con le formule). Se e' cosi' l'allungamento � vero solo
> per un soggetto in quiete rispetto all'astronauta. L'astronauta
> continuera' a "vedersi" sempre con la stessa distanza L tra piedi e
> testa. Sbaglio?

Beh si', e' vero per un soggetto in quiete con l'astronauta, ad esempio per
l'astronauta stesso che quindi *non* continuera' a vedersi sempre con la
stessa lunghezza L iniziale ma si "vedra'" di lunghezza 2L.
Le formule da usare non sono poi tante.
Sia R il riferimento rispetto al quale l'astronauta era in quiete prima che
si accendesse il campo. Poiche' rispetto ad R testa e piedi dell'astronauta
si muovono seguendo lo stesso moto (semplicemente la testa si mantiene
sempre a distanza L dai piedi) in R l'astronauta avra' sempre lunghezza L.
Detto R' il riferimento in cui l'astronauta e' in quiete e detta L' la
lunghezza dell'astronauta in R' si avra' L'=gamma*L. Se in R la velocita'
dell'astronauta valesse v=[SQRT(3)/2]*c allora sarebbe
gamma=1/SQRT(1-(v/c)^2)=2, cioe' L'=2L (qualitativamente il discorso direi
che vada bene comunque, per un accordo anche numerico mi pare necessaria
l'ipotesi chhe L sia "piccolo").

> ciao
> sergio

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Wed Aug 03 2005 - 20:16:35 CEST

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