Re: rivelatori di fotoni

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 05 Jul 2005 20:23:11 +0200

Alex ha scritto:
> Tre domande semplici semplici :-)
Meno male che ci hai messo la faccina...

> 1) qual � il meccanismo in virt� del quale un sensore di fotoni ha una
> spiccata sensibilit� verso certe lunghezze d'onda e non verso altre?
Ecco: gia' questa non e' per niente semplice, perche' ci sono molti
diversi sensori, per bande di energia diverse. NOnsi puo' dare una
risposta unica e valida epr tutti.

Per es. quasi tutti i sensori mel visibile sono limitati inferiormente
(nell'energia dei fotoni) da un qualche effetto di soglia
(fotoelettrica) mentre si solito una limitazione superiore e' data piu'
banalmente dall'assorbimento di qualche mezzo anteposto al sensore.
E' questo anche il caso dell'occhio.

> 2) Pensiamo a tutta la luce che entra in una stanza, a quella che
> entra in un occhio, ecc ecc: dove va a finire? Parlo di quella che non
> viene riflessa riuscendosene fuori. Ovviamente un po' rimbalza a
> destra e a manca, un po' viene assorbita: il punto di arrivo qual �:
> il calore?
Come destino finale, sara' piu' o meno sempre quello che chiami
impropriamente "calore".
Ma sono importanti i passi intermedi, che possono essere ionizzazione o
transizioni di elettroni da un livello a un altro.

> 3) mi sembra che l'occhio sia sensibile piuttosto alla potenza della
> luce che alla sua energia. Al contrario per un CCD. E' corretta come
> intuizione? L'occhio al passare del tempo non da sovraesposizione :-)!E' vero, ma non del tutto.
A tempi brevi (dell'ordine del decimo di secondo o meno) c'e'
un'integrazione, per cui un lampo di luce viene percepito in funzione
della sua energia totale.
                

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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Tue Jul 05 2005 - 20:23:11 CEST

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