Il 28 Giu 2005, 13:04, "Adam Atkinson" <ghira_at_mistral.co.uk> ha scritto:
> Non sono un fisico. Comunque, al mio liceo il mio insegnante
> soleva prestare una copia di "Il Luna Park della Fisica" di Jearl
> Walker agli studenti molto interessati.
>
> Non conosco una cosa simile per la chimica, ma "Le Invenzioni
> di Dedalo" di David H. Jones ha un po' di tutto.
>
> Per la matematica/informatica c'e' "The Pleasures of Counting"
> di Tom Korner, disponibile solamente in inglese o tedesco. (Ti
> converra' prima o poi imparare abbastanza inglese da poter leggere
> libri e pagine web. Tanto vale cominciare adesso.)
>
> Per l'astronomia, non lo so. Si puo' fare una laurea in astronomia?
> Gli astronomi che ho conosciuto sembrano essere passati ad
> astronomia per il Master dopo lauree in altre cose, ma magari
> e' possibile fare la prima laurea in astronomia.
In Italia dovrebbe essere ancora possibile. Un mio collega
fece il biennio a Pisa per poi trasferirsi a Bologna, dove
esisteva il corso di laurea in Astronomia. A quel tempo si
poteva iniziare fin dal biennio, volendo, ma alcuni preferivano
il biennio pisano, forse perche' essendo la prima volta che
si esce di casa e' meglio una piccola citta'. Adesso credo
che sia un corso di laurea specialistico. Ricordo anche una
bella visita a Medicina, dove erano installate delle antenne
radio per uso astronomico, dotate di un sistema oleodinamico
di controllo della posizione a Kerosene. In fondo gli interessi
specifici e la percezione concreta dell'argomento si acquisiscono
gradualmente, con un poco di curiosita' e con molta applicazione.
Io sono dell'opinione che sia molto difficile pervenire al liceo ad
una percezione del modo sincretico in cui la matematica, la fisica,
la chimica, la biologia, la tecnologia si intrecciano a costruire un
apparato di interrogazione dettagliata e spiegazione delle
osservazioni sulla natura. Il motivo principale e' che la
matematizzazione della struttura descrittiva ha un ruolo costruttivo,
e non ausiliario in fisica, come anche in chimica a mio parere, allora
lo studente puo' essere condotto per mano ad interrogarsi sui fenomeni
che possono essere spiegati con successo dalla "non tanto poca"
matematica che puo' padroneggiare. Ricordiamo che la geometria
cartesiana, l'analisi, l'algebra sono strumenti che gli antichi scienziati
greci
avrebbero trovato potentissimi, e che l'informatica gli scienziati del
secolo scorso
non sapevano nemmeno cosa fosse, eccettuati alcune figure lungimiranti.
Oggi uno studente liceale puo' non dico acquisirne l'uso,
ma cominciare a sperimentarne la potenza esplicativa. Sono d'accordo
con Rob che l'applicazione per esercizio puo' occultare la bellezza
fenomenologica, e per questo concordo con l'utilita' di letture di qualita'
che si concentrano sui successi esplicativi, ma senza dimenticare che
alla base di questi successi sta sempre un'applicazione continua e
caparbia di strumenti matematici e di simulazione raffinati. Io
personalmente
trovai molto formativa la lettura del libro di fisica di Asimov e l'uso del
computer.
Avevo anche un libro di Astronomia di Paolo Rossi, ma trovo che
sia un libro molto piu' leggibile quando si hanno delle basi solide
sul metodo scientifico. L'abilita' letteraria di Asimov unita ad una
discreta competenza ed alla vicinanza con un ambiente scientifico
sempre sulla frontiera, ha in questo caso la meglio nel sollecitare ed
alimentare una curiosita' in formazione. Purtroppo
occorre riconoscere che l'impatto con la realta' della ricerca in
Italia, per studenti che hanno subito questa fascinazione puo'
risultare, come fu nel mio caso, motivo di disagio, la sensazione era
che tutto quello che era considerato frontiera, in Italia fosse, alla
meglio,
qualcosa che avevo letto da uno a quattro anni prima su
Le Scienze, eccetto per pochissimi, specialissimi argomenti che
erano davvero al livello di avanguardia. Il motivo di questa situazione
e' presto detto: l'Italia, ha un PIL molto piu' contenuto di quello
americano
o francese e dedica alla ricerca l'un per cento di questa cifra, contro il
quattro
della francia e le cifre astronomiche delle commesse americane. La
situazione migliora quando si va avanti negli studi, specie se si ha la
fortuna di entrare in contatto con quei settori di ricerca che sono
piu' fortunati dal punto di vista dell'impegno finanziario, perche'
l'ambiente di ricerca attiva e' in comunicazione diretta con le frontiere,
pure se i ritardi strutturali sono inevitabili, si ha allora la sensazione
di
vedere un orizzonte piu' ampio. Nell'ambito della fisica teorica questa
distanza puo' essere notevolmente ridotta, ma la necessita' di una base
fenomenologica come humus di formazione ugualmente fa risentire del
disagio. Allora nonostante gli impegni e gli sforzi della comunita'
scientifica
nazionale, la sensazione di doversi recare all'estero per respirare aria
di novita' e di freschezza e dinamismo culturale persiste. Uno studente in
formazione puo' essere piu' sensibile a questi fattori perche', privo dei
paraocchi
della dedizione ad un settore, si accorge dell'assenza di interi continenti
di
ricerca che per necessita' di bilancio non possono trovarsi in Italia,
quindi
chi si accinge ad intraprendere questa strada deve essere pronto ad un
periodo
di dedizione all'apprendimento di strumenti "antichi", confidando nel fatto
che
delle buone basi permettono poi di affrontare imprese piu' importanti ed a
formarsi su argomenti nuovi con maggiore flessibilita'. Sopportando la
sensazione di essere lontano dall'ombelico del mondo scientifico, che a
volte non vedra' nemmeno all'orizzonte, ed accettando di rimanere un
passino indietro rispetto al trascinamento della propria fantasia. Ricordo
fra l'altro che stando lontano da casa smisi di usare il computer, che
non potevo certo portarmelo a presso, e che gli strumenti di calcolo
scientifico avevano sistemi operativi e linguaggi che erano antiquatissimi
rispetto a quelli commercialmente in uso per un PC. Gran parte della
gente faceva di necessita' virtu', imparando a convivere ed a superare con
indomita intelligenza la farraginosita' del sistema. La comunita'
scientifica si e' convinta che qualcosa poteva essere migliorata
solo negli ultimi anni quando parole come portabilita' e conversione
delle librerie hanno cominciato a fare il loro ingresso nella comunita'
elettronico-informatica universitaria e di ricerca, grazie alla formazione
di standard ed al fatto che le grandi risorse di elaborazione sono entrate
nella vita civile con la diffusione del WEB. In una parola parlare del modo
in cui viene insegnata la scienza all'universita' rispetto al liceo e'
un'impresa
difficile perche' il sistema e' in continua evoluzione e richiede spirito di
adattamento
ed a volte anche spirito di sopportazione e di sacrificio.
> Forse c'e' qualcosa di utile su
> http://www.ghira.mistral.co.uk/recmathslibri.html
>
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Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Wed Jun 29 2005 - 17:17:16 CEST