Re: La percezione del tempo in... metri
maths <maths_at_unimaths.it> wrote in message
> Sr-i ha scritto:
> ....
> > Adesso prendi B; un altro organismo simile ad A.
> > Nell'istante t(0) A e B sono identici e, siccome entrambi prendono come
> > unit� di misura del mondo che li circonda se stessi, all'istante t(0)
> > useranno un'unit� di misura identica.
> > Nell'istante successivo t(1) B si ritrova ad essere, per qualche
ragione, la
> > met� di A.
> > Ovvimente B continuer� ad usare L(B) (la lunghezza del suo nervo) come
unit�
> > di misura dello spazio e t(B) (cio� il tempo minimo nel quale pu�
percepire
> > due eventi come distinti) come unit� di misura del tempo.
>
> Ecco, � qui che non sono pi� sicuro. Tu dici che � ovvio che B usa t(B)
> come unit� di misura per il proprio tempo soggettivo. Ma � prorio cos�?
In realt� B pu� usare l'unit� di tempo che vuole ma usando t(B) rende pi�
chiaro il caso.
Ad es. noi usiamo come unit� di misura del tempo il secondo, ma io potrei
usare una unit� chiamata t(S)=1/24 secondi.
Quindi un evento che dura un secondo per me sarebbe di 24 t(S).
Se non erro, 24 fotogrammi al secondo � proprio il limite sotto il quale
l'occhio umano non percepisce un film come continuo ma comincia a
distinguerne i singoli fotogrammi. Quindi, se io e te guardiamo un film
proiettato con una frequenza < 1 fotogramma/t(S) (cio� < 24
fotogrammi/secondo), lo vedremmo a scatti. Sei d'accordo?
Ho semplicemente legato l'unit� che uso per misurare il tempo con una
caratteristica del mio occhio. Niente di pi�!
Ora, se io mi rimpicciolissi, la mia unit� di misura rimarrebbe sempre t(S)
ma essendo t(S) funzione delle mie dimensioni... il gioco � fatto.
> Voglio dire: non pu� essere che aumenta semplicemente la capacit� di
> risoluzione temporale di B (l'intervallo minimo in cui egli distingue fra
> due eventi) ma non la misura del tempo?
Bh�, tutto il mio ragionamento si basa proprio sull'assunzione che se la
nostra capacit� di risoluzione temporale (cio� il numero di eventi che
percepiamo nell'unit� di tempo) aumentasse, vedremmo il ritmo dell'ambiente
circostante rallentare.
Come ho detto � un'assunzione ma non la considererei troppo astrusa. Ho
visto parecchi documentari di psicologia che legavano la percezione
soggettiva del tempo alla risoluzione temporale degli eventi da parte del
cervello.
In uno paticolarmente interessante veniva fatto notare come in caso di
pericolo (ad esempio se ti accorgi che stai per essere investito da un auto)
molte persone hanno l'impressione di vivere l'evento al rallentatore. Questo
perch� il nostro cervello cerca, in quel momento di emergenza, di elaborare
quante pi� informazioni possibili sull'evento che stiamo vivendo, in modo da
permettere di reagire in tempo. Addirittura, sempre in quel documentario,
alcuni soggetti raccontavano che non sono ricordavano l'azione al
rallentatore ma anche in "bianco e nero" e gi studiosi ipotizzavano che il
loro cervello sacrificava un'operazione complessa come quella
dell'elaborazione dei colori delle immagini, in cambio di una maggiore
quantit� di "fotogrammi" da raccogliere nell'unit� di tempo.
Non so se ti ho convinto ma, comunque, sono d'accordo con te che questo sia
un argomento molto affascinante e particolarmente insolito.
Trovo interessante che si possa parlare di dilatazioni temporali anche senza
andare in prossimit� di un buco nero o a velocit� prossime a quelle della
luce. Tuttavia, non essendoci in questo caso formule chilometriche
epta-dimensionali da usare, dubito che l'argomento possa interessare ad
altri frequentatori di questo NG ; )
Ciao
Sr-i
Received on Tue Jun 21 2005 - 00:27:54 CEST
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