"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
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> Domanda finale (non per te): ma tra i frequentatori di questo NG non
> ci sono insegnanti che abbiano voglia e coraggio di raccogliere le mie
> provocazioni?
Ehhhh, io le raccolgo eccome!!!
Ma che potrei dire ? E soprattutto, cosa potrei, nella pratica, fare?
Ti potrei dire che a me pare che il grande sforzo che faccio quotidianamente
in classe sia diretto in sostanza a trasmettere agli alunni questo unico
messaggio: "qualunque cosa vi venga detta, da chiunque, non deve essere da
voi ripetuta se non dopo che voi stessi la riterrete plausibile. Voi dovete
parlare perche' convinti di cio' che dite, non perche' convinti del fatto
che le vostre parole saranno considerate "piacevoli" dal vostro
interlocutore (cioe' l'insegnante che vi sta "interrogando")".
Pero' non so assolutamente dire quanto io riesca nello scopo.
Ti puoi immaginare la sensazione quando un alunno mi riporta il compito e mi
dice "professore, ma qui perche' mi ha segnato un errore, guardi, ho
risposto proprio utilizzando esattamente le parole che ci disse lei a
lezione", cioe', la risposta non l'ho capita (e nemmeno la domanda), pero'
le parole che ho trascritto sul compito sono esattamente quelle che hai
pronunciato tu un giorno, saranno corrette, no?
Ti potrei dire che (ma questo immagino che tu lo sappia benissimo) dopo un
po' di anni nella scuola ho imparato che una differenza nettissima rispetto
al lavoro che svolgevo in un laboratorio di fisica sta nel fatto che mentre
in laboratorio il lavoro e' sempre un lavoro di equipe, nella scuola
l'equipe esiste esclusivamente a chiacchere, nei fatti, sostanzialmente
sempre, ciascun docente va per conto suo ignorando totalmente cosa fanno i
suoi colleghi, come lo fanno, ignorando in particolare se c'e' uniformita'
di opinione riguardo ai "messaggi" da trasmettere agli alunni. Anche qui, a
chiacchere tutti gli insegnanti hanno come obiettivo quello di sviluppare il
senso critico negli alunni, oppure gli obiettivi sono XXX (dove XXX= una
fila di paroloni che sembrano proprio avere un significato molto alto) pero'
poi come questo si attui nella pratica bohhh.
Io so solamente che mi viene da tapparmi le orecchie alle volte quando a
ricreazione sento gli alunni ripetere l'uno all'altro la lezione della
materia x e dicono "se mi chiede questo rispondo yyy" e yyy=una fila di
parole ripetute molto velocemente alle quali io non riesco a dare, almeno in
prima istanza, alcun significato. La velocita' alla quale quelle parole
vengono ripetute lascia proprio intendere che l'alunno non stia facendo un
proprio discorso, sta semplicemente ripetendo a memoria una litania.
Insomma, per dirla chiara, dopo qualche ulteriore anno, mi e' venuto il
sospetto che potrebbe anche darsi che gli alunni ricevano da altri docenti
messaggi di carattere ben diverso da quelli che vorrei mandare io (e penso
"non sara' mica anche per questo che io faccio cosi' tanta fatica?") pero',
mi chiedo, che faccio? Mi metto ad indagare sul lavoro altrui? E
soprattutto, io, sul mio lavoro, non potrei indagare ugualmente? Tolti il
20% degli alunni, forse il 30, alle volte, in alcune classi potrei arrivare
forse anche al 50, gli altri alunni cosa potrebbero dimostrare di aver
capito di matematica e fisica oltre ad una serie di regolette (che alcuni di
loro ritengono possano chiamarsi matematica o fisica) che con ogni
probabilita' dimenticheranno in pochi mesi?
Per chiudere, tornando alla domanda, a me pare di raccogliere la
provocazione, ma, come dire, nel lavoro mi sento solo nel mare. Provo a
galleggiare. Non saprei cosa fare di meglio.
Per quanto riguarda il pessimo costume delle tesine io quando ricevo domande
tipo "professore, cosa potrei inserire di fisica nella mia tesina sul
suicidio? e io professore che la faccio sulla Resistenza?" rispondo
semplicemente "niente, non ci potete inserire niente, quindi nella tesina
semplicemente non parlate di fisica". Quasi nessuno, nelle mie classi,
inserisce argomenti di fisica nelle tesine.
> Elio Fabri
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Jun 12 2005 - 23:03:35 CEST