Marco ha scritto:
> ...
>> 1. "Concentrazione di luce" non significa niente.
> Che vuol dire non significa niente? Il mio concetto mi sembra
> abbastanza chiaro ed espresso in parole che una qualsiasi persona
> normale riesca a comprendere...
Si vede che io non sono una persona normale :)
>> 2. Quella che si misura in candele si chiama "intensita' luminosa".
> Non capisco se questa � un' affermazione o un'osservazione....
Entrambe.
> Scusami tanto, ma io ho detto esattamente la stessa cosa alla terza
> riga del mio post.
Non proprio. Tu hai scritto:
> L'intensit� luminosa esprime la concentrazione di luce in una direzione
> specifica, radiata per secondo. L'unit� di misura � la cd (candela)
Ossia hai preteso di definire l'intensita' luminosa attraverso quella
che a me appare una dizione molto oscura.
>> E' relativa a una data direzione, nel sensoche per una sorgente non
>> isotropa puo' cambiare a seconda della direzione.
>> Invece il tempo non c'entra niente.
> E qui ti sbagli perch� l'intensit� luminosa dipende dal flusso
> (ovviamente) e il flusso non � altro che la quantit� di radiazione
> luminosa emessa nell'unit� di tempo da una sorgente luminosa.
Per cominciare, continui a tirare in ballo il tempo e la fantomatica
"quantita' di radiazione luminosa" che non si sa che cosa sia.
Leggi questa citazione:
> The candela is the luminous intensity, in a given direction, of
> a source that emits monochromatic radiation of frequency 540 x 1012
> hertz and that has a radiant intensity in that direction of 1/683 watt
> per steradian.
Come vedi, la direzione e' esplicitamente tirata in ballo *due volte*.
Dimenticavo: la citazione e' presa dal sito del Bureau International
des Poids et des Mesures.
Spero che lo giudicherai sufficientemente autorevole...
> Sinceramente, Credo che a Fabio (che chiedeva solamente una chiara e
> semplice relazione tra due grandezze che compaiono nella scheda
> tecnica di alcune lampadine) interessi ben poco calcolare il flusso in
> caso di sorgente non isotropa...in quanto non � ci� che ha chiesto e
> sinceramente � un puro formalismo teorico che nella pratica non viene
> considerato.
Se tu avessi detto qualcosa come "per gli usi pratici si puo' assumere
che..." forse (doco forse) non avrei avuto obiezioni.
Soprattutto perche' non *tutti* gliusi pratici autorizzano questo
criterio (v. dopo).
> Hai perfettamente ragione, infatti era un dettaglio che ho omesso per
> semplificare un p� la faccenda. E poi faccio spesso calcoli
> illuminotecnici per lavoro e ti posso assicurare che ci� che ho detto
> viene messo alla pratica al 100%, forse si fa una certa
> approssimazione non tenendo conto che non esiste una sorgente che
> irradia uguale intensit� luminosa in tutte le direzioni, ma per la
> progettazione illuminotecnica � un'approssimazione che si pu� fare e
> non pregiudica il risultato ottenuto.
Che possa funzionare in pratica in molti casi te lo concedo
senz'altro, dato anche che quei calcoli si fanno per l'effetto
sull'occhio, e questo e' largamente adattabile, per cui immagino che
un fattore 2 di errore sia ben tollerabile.
Pero' non sempre: non funziona di certo per un fascio di luce molto
concentrato, dove l'angolo solido e' parecchio minore di 4*pi.
Ma anche per l'antiquata lampada che ho qui vicino, che ha un semplice
diffusore conico, sono sicuro che calcolare l'illuminanza sul tavolo a
partire dall'intensita' usando il tuo fattore 4*pi darebbe un errore
sbagliato per difetto, forse per un fattore 3.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Fri May 27 2005 - 21:36:08 CEST
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