Do per buono tutto quello che dite sugli aspetti positivi e mi concentro
sull'altro lato della medaglia.
- Non mi pare che sia stato formalizzato il passaggio da fenomeno fisico
alla sua rappresentazione matematica.
Questo metaproblema e' lasciato all'intuito del singolo scienziato oppure
alla comunit� scientifica, ma non mi risulta che sia stato affrontato con
criteri scientifici e rigorosi.
- La formulazione matematica, non � magica. Non mi svela pi� di quanto ci
metto dentro al momento della sua formalizzazione. Anzi, sottost� ai
pregiudizi, errori, ed ignoranza prevalente al momento della
formalizzazione.
La meccanica di Newton, che da per scontato l'invarianza della massa, mi
preclude ipso-facto la comprensione dei fenomeni relativistici in cui la
massa cambia in funzione della velocit�.
Per uscire dalla gabbia che mi racchiude devo uscire dalla formulazione
matematica ed osservare la realt�. Solo cos� posso accorgermi che la
formulazione matematica in alcune circostanza non � valida.
All'interno della formulazione, non potr� mai dedurre che la massa pu�
variare, in quanto � dato come postulato all momento della sua
formulazione, che la massa � invariante.
Questa � IMHO la critica pi� profonda.
A livello puramente aneddotico ho notato il seguente fenomeno: le
formulazioni matematiche hanno spesso il risultato pratico di diminuire la
comprensione del fenomeno. Vengono usate in modo "ingegneristico". Metti il
dato l�, la variabile la, risolvi l'equazione e via. Questo va bene finch�
il problema non richieda di pensare. Ma appena il problema, magari banale,
richieda una comprensione un p� profonda, si va in crisi.
Questa ovviamente non � colpa della matematica. Diciamo per� che � un
effetto collaterale.
Received on Mon May 09 2005 - 09:43:59 CEST
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