Re: La matematica serve?

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Sat, 07 May 2005 21:09:47 +0200

Debbo intervenire per chiarire il senso della mia breve frase, che
puo' essere (e forse e' stato) frainteso.
Cominciamo col dire che nella frase mi e' saltato un "non", ma
ciononostante pare che l'abbiate capita ugualmente :-)
Ecco il testo come lo volevo scrivere:

"Pero' che si *non* possa cogliere l'essenza fisica del fenomeno senza
immergersi in un'adeguata trattazione matematica, e' pure vero (almeno
secondo me): considerazioni qualitative a parole possono assai
facilmente trarre in inganno."

Sb ha scritto:
> Mah... io ho sempre penato esattamente il contrario (almeno nella
> fisica classica, nella MQ forse � diverso). Ricordo un libro di fisica
> che voleva spiegare una certa legge con una serie di trasformazioni
> matematiche rigorosissime e che non dicano assolutamente niente sul
> senso fisico del fenomeno. Poi ho visto lo stessso argomento trattato
> con spiegazioni a parole ed esempi su un testo del biennio delle
> scuole superiori e alla fine rendeva molto meglio l'idea di quello che
> succedeva.
>
> Io credo che prima vada spiegato "a parole" il fenomeno. Solo quando si �
> capito questo livello "intuitivo" si pu� passare alle quantificazioni
> matematiche, non prima.
Questo significa che stiamo parlando almeno in parte di aspetti diversi.

Prima di tutto, e' ovvio che non ha senso parlare di fisica senza
_conoscere_ i fenomeni; ma non credo che la discussione debba vertere
su questo.

Inoltre non saro' certo io a privilegiare un presunto "rigore" (che
spesso non e' affatto rigore, ma solo sterile formalismo) rispetto al
contenuto fisico di cio' che si scrive.
Non sara' forse elegante dirlo, ma se vi fosse capitato di ascoltare
qualche mia lezione potreste confermare che in pratica io non scrivo
una riga di formule alla lavagna senza fermarmi a esaminare che cosa
significano.
E continuamente sposto l'accento sulla traduzione "intuitiva" di
quello che vado dicendo.

Ma allora? Perche' ho scritto quello che ho scritto?
Perche' si tratta di cose diverse.

La mia affernmazione si riferiva al fatto che ci sono _concetti_
fisici che non e' neppure possibile costruire senza adeguato supporto
matematico (poi cerchero' di fare qualche esempio).
Non credo a una generica e vaga "intuizione": l'intuizione in fisica
e' essenziale, ma solo dopo e in quanto si basa sulla padronanza di
concetti e di un apparato formale.
Non credo che si possa capire niente in fisica, al di la' di aspetti
assai assai elementari, sulla base di sole considerazioni espresse in
parole.
Del resto non sono il primo a dirlo, come sapete benissimo...

Perfino fatti basilari come la caduta dei gravi richiedono almeno la
padronanza dei concetti elementari dell'algebra: altrimenti ci si
limita a dire che lo spazio percorso e' proporzionale al quadrato del
tempo, e in realta' chi non sa tradurre questo in una formula non ha
capito nient'altro che le nude parole.

Anche restando nella vecchia meccanica di Newton, capire il
determinismo, ossia che l'intero moto e' determinato dalle condizioni
iniziali, non e' possibile senza i concetti base del calcolo
differenziale, senza sapere che cos'e' un'eq. differenziale, anche se
in termini semplici e non astratti.

Non parliamo poi dell'elettromagnetismo: gia' il concetto di campo e'
incomprensibile a parole. Non ho bisogno di essere piu' preciso,
perche' il thread da cui e' nata questa discussione (quello sugli
schermi magnetici) esemplifica abbondantemente la mia tesi.
Non si puo' parlare di "linee di forza" senza aver chiaro che cos'e'
un campo vettoriale, e le diverse proprieta': conservativo,
solenoidale...
Se ci si ostina a farlo, si puo' solo incorrere in grossi equivoci, di
cui non c'e' modo di accorgersi, per mancanza degli _strumenti
concettuali_.

Non sono i calcoli che occorrono, ma i concetti, e questi abbisognano
dell'adatto linguaggio matematico...
                  

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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Sat May 07 2005 - 21:09:47 CEST

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