Re: Piccoli equivoci sul Big Bang: una chiarezza

From: (wrong string) � <fsco.alfe_at_tin.it>
Date: Tue, 26 Apr 2005 15:32:40 GMT

"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> ha scritto nel messaggio
news:d4jh91$ue$1_at_newsreader1.mclink.it...
(..........................)

> Poi c'e' un'altra cosa: il passaggio dalla fisica newtoniana alla RR
> richiede la rinuncia allo spazio assoluto, nel senso che non c'e' modo
> di distinguere un corpo "fermo" da uno "in moto".

Io sono del parere che il modo c'�,
ed � l'unico che la Natura ci ha messo a disposizione:
misura nel tuo laboratorio (pianeta, astronave...) la velocit� della Luce;
se questa � uguale a quella che ti ricordavi sulla Terra,
allora tua velocit� di spostamento nello Spazio
e/o l'intensit� gravitazionale del tuo posto di misurazione
� equivalente a quella che sviluppa la Terra;
se invece il valore di c lo misuri raddoppiato
allora vuol dire che la tua velocit� di spostamento nello Spazio
� di circa 256.000 Km/sec,
oppure ti trovi sulla superfice di una stella di neutroni;
se lo misuri quadruplicato
vuol dire che ti stai spostando a 290.000 Km/sec;
e cos� via.

(..................)

> Provo a raccontare una storiella, che riguarda il "mondo del
> palloncino", ma modificato.
> I nostri eroi non vivono su un palloncino, ma su una sfera rigida
> (quindi niente dilatazione: non e' questo il mio scopo).
> Per molto tempo restano confinati li', costruiscono la loro fisica
> "superficiale" e in particolare la geometria (bidimensionale) del loro
> mondo, che e' tutto lo "spazio" che conoscono.
> Un bel giorno scoprono il modo di alzarsi al disopra della sfera, e
> conquistano la "terza dimensione". Ma lo fanno in un modo peculiare:
> da ogni punto della superficie, imparano ad alzarsi in verticale di un
> certo tratto, e basta.
>

Secondo me quest'esempio dell'andare in "alto",
riuscendo ad abbandonare il proprio spaziotempo,
per un eroe bidimensionale,
� innaturale e non pu� dare insegnamenti:
equivale a come se noi trovassimo la maniera
di dirigerci verso la direzione della quarta dimensione dello Spazio
(l'altra perpendicolare alle nostre tre),
abbandonando il nostro Universo tridimensionale.
Tale cosa � naturalmente impossibile.
Nemmeno la Luce pu� fare una cosa simile.

> Ora immaginate due delle loro "astronavi", che si sono sollevate da
> due luoghi distanti poniamo 1000 km: salgono, e misurano la distanza
> tra loro. Trovano che e' poniamo 1010 km.
> Poi si sollevano del doppio, e scoprono che la distanza tra le
> astronavi e' ora 1020 km.
> Viene pubblicata la scoperta:
> "quando ci si solleva dalla superficie, lo spazio si dilata in
> proporzione al sollevamento".
>

L'esempio cos� com'� continua a non reggersi in piedi:
la Natura non ci permette di uscire dall'Universo,
ma ci consente (anzi ci obbliga) di trascinarcelo appresso;
dilatandolo o restringendolo, relativamente
all'intensit� gravitazionanale del singolo osservatore;
come a formare, s�, tanti strati concentrici di cipolla
(per seguire l'esempio di Elio Fabri);
ma di volta in volta, un qualunque strato,
relativamente all'osservatore,
annulla e sostituisce tutti gli altri.
Comunque ogni volta si dilata o si restringe anche il regolo
che ogni osservatore porta con s�,
e le misure di distanza tra gli oggetti del cielo
risulteranno sempre uguali.

> Avete capito l'analogia?
> Sostituite allo spazio bidimensionale il nostro con tre dimensioni.
> Al sollevamento verticale il tempo che passa.
> Le astronavi diventano le galassie.
>

Sempre a mio parere ci� equivale a incarbugliare le cose:
un esempio simile diventa solo fuorviante.
Se si vuole paragonare un mondo 2d con il nostro
basta solamente togliere una dimensione allo SpazioTempo.
Cos� facendo la geometria dell'Universo piatto
e i dubbi di creature a 2d,
per comprendere la curvatura e il funzionamento del loro mondo,
diventeranno per noi comprensibili.
Tale comprensione, per analogia,
ci dar� la soluzione a quelli che sono i nostri problemi.
E stata questa la strada che mi fatto capire, anni fa.

(...........................)

>
> Ci sarebbero un po' di avvertenze, perche' come sempre l'analogia non
> e' perfetta, ma e' giusta nel punto centrale: lo spazio e' in realta'
> un insieme di infinite "fette" dello spazio-tempo.

Io li chiamo Ipersfere o Iperpalle.
Ma � sempre una, e solo una, che si espande o si contrae
a seconda del posto da dove l'osservatore vive
o compie misurazioni.
Lo SpazioTempo non guarda indifferente la Forza Gravitazionale,
ma le va appresso.

> Tra queste fette c'e' una corrispondenza, data dal fatto che ogni
> galassia le attraversa tutte con la sua linea oraria.

Sono convinto che oggetti della stessa galassia
con intensit� gravitazionali diverse
vivono strati diversi d'Universo.
Il nostro Sole, ad esempio,
vive uno strato (sfoglia di cipolla) pi� piccolo
di quello che vive la Terra o la Luna;
ci� accade perch� l'intensit� gravitazionale del Sole � maggiore.

> I punti corrispondenti non mantengono pero' distanza costante da una
> fetta all'altra: e' questo che chiamiamo "espansione".
>
> Ho fatto del mio meglio, ma non so se e' servito...
>

Leggo sempre i tuoi post, e sempre con ammirazione.
Comungue tu hai detto la tua e io la mia.
Cordialmente

> ------------------------------
> Elio Fabri
> Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
> ------------------------------

--
Francesco Alf�, astrofilo.
Stazione Astronomica di Vittoria-sud
contrada Cappellaris
Received on Tue Apr 26 2005 - 17:32:40 CEST

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