Re: problema eq. d'alambert

From: terra <godzillamilla_at_libero.it>
Date: Mon, 21 Mar 2005 10:46:15 +0100

Prof. Pastore,
 le rispondo in merito alle sue incomprensioni sulla formulazione della
mia domanda.
Decelerazione perch� portando da sinistra destra il mio termine di
derivata seconda fatta rispetto al tempo (che cmq a me risulta essere
derivata parziale poich� il termine di perturbazione � in funzione delle
componenti del vettore spazio e del tempo) assume segno negativo..
cmq l'analisi fatta rispetto ai singoli termini non viene eseguita per
avere un ottica di soluzione del problema fisico, in tali termini come lei
ha giustamente evidenziato allora mi dovrei servire dell'informazione del
tipo di eq. alle derivate parziali fosse in uso per il fenome in studio ..
nel mio caso giova sapere il significato possibile di ogni singolo termine
dell'equazione per comprenderne l'intima visione del problema... ho notato
che se per ogni equazione integro differenziale io riesco a vedere il
significato di ogni termine dell'eq. il disegno del problema fisico assume
un connotato meno nebuloso (ovviamente per me chesono ancora studente).. �
un p� come cercare di guardare un dipinto � mettere in evidenza tutte le
sue peculiarit� per poi passarne a vallutare il complessivo e quindi il
tipo di soluzione in base alle condizioni al contorno/iniziali/di
frontiera,
questo per ogni problema fisico
esempio nel quadro di San Giorgio che uccide il drago, io posso inquadrare
i singoli soggetti dicendo giorsio cavaliere uccide.. allora libera da
qualcosa .. allora paladino .. giustizia, drago allora bestia .. allora
nemico allora guerra .. (studio simbolico o semiotico) nel complessivo
posso dire che � esemplificativo per far osservare da parte della
popolazione che il male perder� sempre nei confronti del bene (chiesa
cattolica o cristianesimo) (visione complessiva e pubblicitaria cmq a uso
e consumo .. capisci il significato , ma se non sai da dove deriva quello
che stai pensando non puoi capire facilmente la strumentazione operata
dall'ente che ha usato quei termini per i propri scopi .. cosi anche per
la fisica .. anche se la visione � meno soggettiva e l'utilizzo deriva da
un post studio del problema.. )
Nel mio caso per esempio io vedo l'onda come un fenomeno che generatosi a
partire dalla sorgente (ove vi fosse il questo termine) vede una sua
diffusione nell'ambiente propagandosi con velocit� v decelerando come
fenomeno... per me rende una visione completa del problema fisico a
livello di impostazione.. poi la soluzion che sia cosinusoidale o
attraverso serie di fourier ecc.. � conseguenza e ovviamente ha il suo
ovvio utilizzo ai fini pratici ed � significativo a livello simbolico
ossia io associo a un onda una forma cosinusoidale che si muove .. ma
questo non rende conto della visione da parte della visione del fenomeno a
monte.
Comunque la rigrazio vivamente per il suo intervento molto costruttivo.
Godzy


Giorgio Pastore ha scritto:

> godzy wrote:
> > Nell'equazione di D'alambert ho 3 termini:
> > 1 � termine di diffusione (il laplaciano)
> > 2� il termine sorgente
> > 3� il termine con 1 su velocit� di propagazione al quadrato per la
> > derivata parziale al quadrato

> immagino volessi scrivere "per la derivata seconda rispetto al tempo..."

> ....
> > ora quest'ultimo termine si pu� vedere come decelerazione o variazione
> > della velocit� del fenomeno propagatorio? ...

> E perche' proprio de-celerazione e non accelerazione (della
> perturbazione) ? :-)

> Immagino che se ci fosse una buona motivazione si potrebbero descrivere
> i tre termini di un' equazione di d'A. inomogenea in questo modo. Pero'
> non riesco a vederne il motivo e anzi mi sembra una cosa un po'
> insensata: non vedo perche' isolare il Laplaciano dal resto dell'
> equazione considerandolo un termine diffusivo. Va bene che c'e' un
> Laplaciano nell' equazione di diffusione. Pero' il carattere dell'
> eq. di diffusione e' completamente diverso da quello dell' eq di d' A..
> La prima e' un' equazione di tipo parabolico, la seconda iperbolico. E
> non e' solo questione di nomi ma del ruolo diverso giocato dalle
> derivate parziali per determinare le soluzioni. In che contesto/campo si
> usa questo linguaggio ?

> A parte quanto sopra, direi che l' aver scritto eq. a derivate parziali
> per la perturbazione al punto r e al tempo t dovrebbe esser sufficiente
> per assicurare che si tratta di una descrizione euleriana.

> Giorgio


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Received on Mon Mar 21 2005 - 10:46:15 CET

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