Ciao
> Il paradosso di Olbers consiste nel fatto che il cielo notturno risulta
> sostanzialmente buio e non, come dovrebbe essere sotto determinate
> ipotesi, luminoso come le stelle. Non � tassativamente necessario che
> l'energia ricevuta da un osservatore debba essere infinita.
A me era stato presentato nella sua versione pi� paradossale... quella
con infinita energia, le altre mi sconvolgono meno, se non altro perch�
se si ottiene una determinata luminosit�, come tu dici, sono necessarie
delle ipotesi e un modello. Se modelli differenti portano a luminosit�
differenti mi pare possibile che si possa trovare il modo di ottenere il
risultato che osserviamo senza bisogno di redshift, "semplicemente"
variando un po' qualche parametro del modello.
> Per un calcolo coerente dovresti tenere conto anche dell'aumento di
> temperatura (e del conseguente effetto sull'emissione di radiazione) che
> ogni stella presente nel tuo volume subisce a causa dell'intercettazione
> della luce proveniente dalle stelle da essa schermate ed estendere a tutto
> lo spazio il procedimento.
> Ho il sospetto che facendo il calcolo per benino avresti sicuramente delle
> sorprese.
In effetti non avevo tenuto conto dell'eventuale aumento di temperatura
delle stelle, che avrebbe portato ad un aumento della loro luminosit�.
Onestamente non mi riesce cos� semplice modellizzare l'effetto di tale
aumento.
Per la cronaca della cronaca nel calcoletto che avevo riportato m'�
scappato un Mega di troppo(era 6 10^9 pc)... ripensando a qualche foto
che si aggira per internet fatta coll'Hubble (povero!) (forse con la
deep field camera) ai limiti dell'universo osservato mi pare che ci
fosse ancora un certo spazio tra le galassie... Questo non toglie che in
un universo che goda dell'omogeneit� e isotropia sia sensato parlare di
un "raggio massimo visivo" oltre il quale mediamente non si pu� usare la
luce come strumento di osservazione. Per i neutrini il raggio sarebbe
enormemente superiore ma come al solito i neutrini son difficili da
prendere.
Ho provato a stimare la quantit� di luce che raggiungerebbe la terra dal
cielo e mi viene, come ordine di grandezza grossolano, 20 volte quella
che proviene dal sole...(Olbers batte Paolo 1-0?)
> No, la polvere non risolve nulla: non � come una spugna che inghiotte
> l'energia e la fa scomparire.
> E nemmeno l'inghiottono e la fanno scomparire le stelle considerate nel
> tuo conto.
> La polvere quando � investita dalla radiazione si scalda e alla fine
> riemette, a partire dall'infrarosso: non c'� scampo.
In effetti il discorso energetico non fa una grinza. Se ho una scatola
con pareti riflettenti (come da un certo punto di vista pu� essere
questo modello dove tanta luce entra quanta ne esce dalle pareti)e se ho
una potenza emessa finita di per un tempo non finito, tutto si
arrostisce. E' anche vero che con un tale modello dovrei supporre che
l'energia contenuta in una tale porzione finita di universo non sia
finita. Con un modello in cui le stelle nascono e muoiono dalle proprie
ceneri come fenici con energia per unit� di volume finita(mantenendo uno
stato stazionario dove si ha equilibrio tra stelle nascenti e morenti)
mi pare che non sia escludibile a priori che l'energia osservata sia
paragonabile a quella che vediamo noi.
Concludendo mi viene solo da fare un'osservazione: non mi fido mai
troppo dei paradossi dove da qualche parte spunta fuori un
infinito(anche se li trovo molto stimolanti).
ciaoo
Paolo
Received on Sat Mar 05 2005 - 18:28:55 CET
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