(wrong string) � del "vuoto" - 3
Nell'ottobre del 1992, al LXXVIII Congresso Nazionale della S.I.F.,
tenutosi a Pavia, ho presentato una relazione dal titolo " E' lecito il
dubbio su certe interpretazioni relativistiche? ", nella quale facevo
presente che, secondo l'opinione di molti studiosi :
"... la Teoria della Relativit� Ristretta, pur presentando degli aspetti
"fuori del senso comune", tuttavia non pu� essere soggetta a dubbi
perch�:
a - � fondata su un'amplissima base sperimentale;
b - i risultati sperimentali indicano la verit� certa e indubitabile;
c - i risultati sperimentali "dimostrano" la validit� dei postulati relati-
vistici;
d - quindi, non credere in questi postulati significa non credere ai
risultati sperimentali e perci�, logicamente, cadere in errore. Chi
dubita perci� viene tacciato di "eresia".
La questione, [dicevo] a mio parere, va approfondita. In questa relazione
vorremmo far ossevare che, nei suddetti punti, pur apparentemente
inattaccabili, possono celarsi degli equivoci di importanza fondamen-
tale. ... "
Proseguivo la mia relazione facendo presente perch� i vari punti
citati andavano approfonditi e terminavo la relazione stessa presentan-
do, come esempio, l'esperimento della velocit� limite di W.Bertozzi,
effettuato nel 1963, e pubblicato nel 1964, con le diverse interpreta-
zioni possibili.
Nell'esperimento citato, riportavo l'interpretazione relativistica,nella
quale la resistenza del "vuoto" era ritenuta "trascurabile" e
l'interpretazione analogica, nella quale tale resistenza assumeva il
suo valore effettivo, ed accettato da tanti autori ( Sommerfeld ,
Amaldi e altri ) di
- R(eo) =~377 ohm.
Quanto riferito nella mia relazione, rimane valido tutt'ora e merita,
a mio parere, di essere conosciuto di pi�; anche per trarne le dovute,
se ritenute valide, obiezioni. Presenter� presto, in un prossimo
e-mail , un confronto tra i risultati delle due diverse interpretazio-
ni.
Ritengo opportuno ricordare che alla fine della mia relazione, un
professore universitario si domandava se la resistenza di cui sopra
non era piuttosto una impedenza, al quale un altro professore uni-
versitario faceva presente che, come riportato da diversi autori,
effettivamente era una resistenza. Riporta per esempio, E.Amaldi
(nel suo libro, citato nell'e-mail precedente, a pag.454, form. 23) :
- !E!/!H! = Z(o) = sqr [� (o) / eps(o)] =
= sqr [1,256.10^-6 / 8,856.10^-12] = 377 ohm
"E' bene notare, ( ivi si legge ), che il fatto che il rapporto Z(o)
del campo elettrico al campo magnetico nel vuoto abbia le
dimensioni di una resistenza, dipende esclusivamente dal parti-
colare sistema di unit� usato e NON NASCONDE ALCUN
FATTO INTERESSANTE dal punto di vista della interpretazione
dei fenomeni [Nota pers.: ? ] . " .
Voglio aggiungere una seconda osservazione, e per me assai impor-
tante. Sempre alla fine della mia citata relazione, un professore del
Politecnico di Milano ha detto: " Tempo f� Noi docenti del Poli-
tecnico di Milano ci siamo chiesti se questa resistenza del vuoto
R(eo) aveva un CARATTERE DISSIPATIVO oppure n� .
Received on Mon Feb 21 2005 - 10:57:29 CET
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