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From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 28 Sep 2011 16:41:47 +0200

"fuzzy" ha scritto nel messaggio
news:44ddb0bc-efa8-4764-a0ed-f81827662980_at_j10g2000vbb.googlegroups.com...

> Da quando � stato dato l'annuncio sui neutrini, si legge qua e l� che la
> scoperta, se confermata, potrebbe mettere in discussione il principio di
> casualit�.

E questo, per quanto sia scritto da tante parti, si deve dire che e'
semplicemente sbagliato. Si dovrebbe dire che l'annuncio sui neutrini, unito
alla seguente assunzione "...", metterebbe in discussione il principio di
causalita'.
Il problema e' che nella comunita' scientifica e' poco noto cio' che e'
scritto dentro "...".

> Docente di Fisica teorica all'universit� "La sapienza" di Roma, Luciano
> Maiani da poco ha lasciato la presidenza del Cnr, ma nel corso degli
> ultimi vent'anni � stato anche presidente dell'Istituto Nazionale di
> Fisica Nucleare e direttore generale del Cern.
>
> dice "Perch� questa scoperta metterebbe in forse il nesso causale? Noi
> vediamo i due eventi, la creazione del neutrino al Cern e la sua
> apparizione al Gran Sasso, in due tempi diversi: prima l'uno e poi
> l'altro. Ma se sono separati da un intervallo di tempo minore di quello
> che impiega la luce, le cose si complicano. Ad esempio, se mi trovo su
> un'astronave mi potr� capitare, se l'astronave � abbastanza veloce, di
> vedere apparire i due eventi contemporaneamente. E ci sono sistemi di
> riferimento in cui la rilevazione del neutrino al Gran Sasso apparirebbe
> addirittura prima della sua creazione al Cern. Qualcosa che va nel senso
> contrario del tempo."

Ecco, questa e' una delle tante conferme di quanto dicevo sopra.
Maiani ripete qua un discorso *sbagliato* che un numero cospicuo di fisici
(anche autorevoli, Maiani e' un esempio) ritiene corretto. E' un discorso
che si trova scritto in tanti testi (per quanto in quelli recenti mi pare
che si trovi molto meno) e che, a quanto ne so, ha la sua origine in un
articolo di Einstein del 1907.

I testi recenti dimostrano la associazione fra tachioni e paradossi causali
facendo un discorso un po' piu' articolato di quello riassunto sopra da
Maiani. Il primo ad aver riportato una dimostrazione corretta di questo tipo
e' stato, per quanto ne so, Moeller. Queste dimostrazioni (da Moeller in
poi) si reggono fra l'altro sulla assunzione che sopra indico con "...".

"..." = "ipotizzando l'esistenza dei tachioni assumiamo comunque che non
esista alcun riferimento privilegiato che faccia da "supporto" alla loro
propagazione, cioe' un riferimento che sia l'unico nel quale la propagazione
dei tachioni risulti isotropa (come e' per il riferimento di quiete
dell'aria per la propagazione dei segnali sonori)".

Facendo cadere l'assunzione "..." cadono anche le dimostrazioni che
associano i tachioni ai paradossi causali.

> fuzzy

Ciao,
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)

Received on Wed Sep 28 2011 - 16:41:47 CEST

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