Re: Approccio non matematico ai concetti fisici

From: Franco <englishenglish_at_tin.it>
Date: Wed, 29 Dec 2004 23:08:49 GMT

Elio Fabri ha scritto nel messaggio ...
CUT
>A tern farei notare una cosa che mi capita spesso di ripetere: mai
>confondere le difficolta' *fisiche* di un problema con difficolta'
>*matematiche*.
CUT

Concordo pienamente. Molto spesso capita(e l'ho detto in alcuni miei msg) di
sottovalutare il problema epistemologico. Da una parte v'� sicuramente la
"matematizzazione" non sempre facile da comprendere e dall'altra per� v'�
una epistemologia che fonda l'analisi stessa. Nel caso di Einstein per es.
questo � molto evidente. La sua R.G. � un caso emblematico di come sia
impossibile comprendere la fisica se non si tiene costantemente "sotto
controllo" sia l'impianto matematico che quello epistemologico.

Capita non di rado che l'impianto epistemologico venga del tutto tralasciato
perch� il fenomeno fisico � molto evidente. Quando invece il fenomeno � pi�
complesso, allora non � tanto e solo la matematizzazione a fare chiarezza ma
proprio un punto di vista epistemologico(quello che tu chiami: difficolt�
"fisiche" di un problema).

E le cose sostanzialmente vanno di pari passo. Ovvero se ci riferiamo alla
fisica classica notiamo come sia la epistemologia(le difficolt� "fisiche")
che la relativa matematizzazione sono meno complesse della epistemologia e
matematizzazione della fisica moderna.

L'errore che capita spesso � pensare che la fisica classica non poggi anche
essa(errore da profani ovviamente) su basi epistemologiche; come se la
epistemologia fosse solo argomento per la fisica moderna.

Ed infatti per marcare questo dato di fatto, molti filosofi della scienza
hanno voluto dare a Galileo un tributo, dicendo che � stato il grande
epistemologo di tutti i tempi. E cio� il saper leggere i fenomeni fisici
attraverso una metodologia adatta, che non sia il "senso comune" ma neppure
una astrazione filosofeggiante (mera chiacchiera) che conduceva
inevitabilmente ad una fisica qualitativa(vedi quella di Cartesio dello
stesso periodo).

Ed infatti dopo questa prima Rivoluzione scientifica ad opera di Galileo, ne
avremo un'altra proprio nella seconda met� del Settecento(1) dove i vari
Laplace e Fourier si affannavano a far passare questo messaggio, e cio� di
una matematizzazone che diventava essa stessa fondamento epistemologico del
"fare scienza". Ed � l� che bisogna vedere le basi per la futura fisica
moderna. La fisica moderna non � altro che la naturale estensione di questo
ulteriore fondamento epistemologico che condusse a questa Seconda
Rivuluzione Scientifica(1).

Solo una didattica che sappia tenere conto di questi due approcci paralleli
� vincente, per il resto si fa solo leva sulla capacit� dello studente. A
mio modesto parere la scienza diventa difficile quando perde la sua
tradizione storica e culturale, quando la si stacca dal suo passato, quando
la matematizzazione sembra preconfezionata. Tutte cose che mortificano la
voglia di ragionare e alienano lo studente.

Saluti a tutti
Franco

(1) Enrico Bellone, Il mondo di carta. Ricerche sulla seconda rivoluzione
scientifica,1976.
Received on Thu Dec 30 2004 - 00:08:49 CET

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