Salve.
Ho l'impressione che manchi completamente alla storia del dibattito
scientifico, in particolare del novecento, dalla scoperta dei quanti, una
riflessione, che � quella che qualsiasi persona, qualsiasi profano,
farebbe a fronte del problema del dualismo onda-corpuscolo.
Viene spontaneo, sentendo dire che ad un'onda � associata una particella,
pensare ad un moto in qualche modo "ondulatorio", "oscillatorio", della
particella, sia che tale moto si veda come effetto di un'onda, sia che si
voglia ridurre l'onda a quel moto, riconoscendo in ultima analisi solo il
corpuscolo.
Perch� non c'� stato mai dibattito su questo? Mi pare proprio che non ci
sia stato. Anche nell'interpretazione di ondulatorialisti come De Broglie
e Schroedinger (riprese da Einstein e oggi da realisti come Selleri), i
quali vedono la particella come (banalizzo) un tappo che galleggia
sull'onda, o la cresta spumeggiante dell'onda stessa, non esiste un moto
oscillatorio della particella, la quale in ogni caso viene pensata
trasportata dall'onda in una traiettoria rettilinea a velocit� costante.
A questa rfessione qualsiasi addetto ai lavori oggi risponder� con le
parole di Fritjof Capra, fisico americarno delle alte energie:
"Toglietevi dalla testa che il dualismo onda-corpuscolo si possa
risolvere, come penserebbe il profano, ipotizzando che la particella
descrive un percorso d'onda. le particelle in natura non fanno queste
cose, e chi lo pensa fa vedere di non aver capito che cos'� un'onda".
Newton era allora un ingenuo profano.
Egli era un corpuscolarista (chiamava "raggi" - delle microscopiche
"palline" - quelli che oggi chiamiamo fotoni), ma attribuiva ad essi
ilmoto rettilineo uniforme, come Democrito e Lucrezio?
Scriveva nel III libro dell'Optics (parte I, proposizione XIII):
"DEFINIZIONE. Chiamer� impulsi (fits) alla facile riflessione i ritorni
della
disposizione di un raggio qualsiasi ad essere riflesso, e impulsi alla
facile
trasmissione i ritorni della sua disposizione ad essere trasmesso, e
chiamer�
intervalli fra i suoi impulsi lo spazio esistente tra ogni ritorno ed il
successivo ritorno.
La ragione per la quale le superfici di tutti i corpi trasparenti spessi
riflettono una parte della luce incidente su essi, e rifrangono il resto,
� che alcuni raggi al momento della loro incidenza si trovano in impulsi
alla facile riflessione, ed altri in impulsi alla facile trasmissione.
.Di che genere di azione o di disposizione si tratti, _ se consiste di un
movimento circolare oppure vibratorio del raggio _ (l'evidenziazione �
mia, n.d.r.), oppure di un movimento del
mezzo, oppure di qualche altra cosa, qui non indago.
..che quando un raggio qualsiasi sta in quella parte della vibrazione che
cospira col suo moto proprio, esso passa facilmente attraverso una
superficie
rifrangente, ma quando sta nella parte contratta della vibrazione che ne
impedisce il moto, esso � facilmente riflesso; e che, di conseguenza ogni
raggio � alternativamente disposto ad essere facilmente riflesso o
facilmente
trasmesso....
Ma se questa ipotesi sia vera o falsa io qui non considero. Mi accontento
di
avere scoperto che i raggi di luce hanno, per una causa o per l'altra,
alternativamente la disposizione ad essere riflessi o ad essere rifratti
per
parecchie volte".
Il nocciolo della intuizione di Newton � semplice: al di sotto delle varie
ipotesi resta invariante un'affermazione fondamentale, oggi totalmente
estranea alla riflessione scientifica:
**** LA PARTICELLA SEGUE UNA TRAIETTORIA DOTATA DI PERIODICITA'' ****
Ai primi del Novecento, con la scoperta dei quanti, si sarebbe dovuto
ripartire da qui, dal punto in cui era arrivato il corpusoclarista ante
litteram fondatore della fisica moderna.
Ma non si � fatto.
E' troppo tardi per colmare questa lacuna?
.
Luciano Buggio
http://www.scuoladifisica.it
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Wed Dec 15 2004 - 16:54:26 CET