Re: Alla velocità della luce
L'aspetto paradossale del rallentamento simmetrico deriva solo dal
fatto che non si chiariscono mai bene le condizioni delle osservazioni
cui ci si riferisce.
Credo di averlo gia' scritto due o tre volte, ma lo ripeto.
Se un orologio A che si muove rispetto a un certo rif. inerziale B
viene confrontato con gli orologi *fermi* rispetto a questo rif., e
sincronizzati tra loro, allora l'intervallo di tempo segnato da A
risulta piu' breve di quello segnato dagli orologi fermi.
(Prego tutti quelli che leggono di fare estrema attenzionea alle parole
che ho usato: non ho scritto "vede", ne' "rallenta", ne' "appare"...)
Chiunque legga i vari orologi arrivera' alla stessa conclusione.
Se ora si prende invece un orologio *fermo in B*, e lo si confronta
con gli orologi di un rif. inerziale che si muove con A (cosa
possibile solo se il moto di A e' uniforme), succede l'inverso:
l'orologio B segna un tempo piu' breve degli orologi fermi rispetto ad
A con cui lo stiamo confrontando.
Dunque la situazione e' simmetrica, e non e' paradossale perche'
stiamo parlando di *due esperimenti diversi*.
dumbo ha scritto:
> altrimenti la natura cadrebbe in contraddizione;
> � un dato di fatto (sottolineo con forza: un dato di fatto
> sperimentalmente provato) che i due orologi al ritorno
> non sono pi� sincroni;
Fin qui sono d'accordo; da qui in poi no.
> ne segue che la loro situazione
> non pu� essere simmetrica per tutta la durata del viaggio,
> ma deve esserci almeno un momento in cui la simmetria
> viene a mancare, e uno degli orologi deve andare
> pi� in fretta (cio�, battere il tempo con frequenza maggiore)
> dell'altro a giudizio di tutti gli osservatori dell'universo.
Non solo non sono d'accordo, ma non riesco neppure a dare un qualsiasi
senso a frasi del genere.
Che cosa vuol dire "battere il tempo con frequenza maggiore"?
Per me e' assolutamente incomprensibile...
> Altrimenti come si spiegano le due et� diverse alla fine?
Si spiega in modo assai semplice con due osservazioni:
a) ogni orologio segna un tempo che misura la lunghezza della sua linea
oraria
b) due diverse linee orarie fra gli stessi estremi possono banalmente
avere lunghezze diverse.
> Ti faccio un esempio (anche questo sperimentalmente provato)
> di rallentamento non simmetrico degli orologi:
Sperimentalmente provato si'; rallentamento non simmetrico degli
orologi no!
> ...
> E' provato che A resta sistematicamente indietro rispetto a B
No. Quello che e' provato e' che se invii segnali poniamo da A a B,
l'intervallo di tempo tra due segnali alla partenza (misurato
dall'orologio A) e' piu' corto dell'intervallo tra i segnali all'arrivo
(misurato dall'orologio B).
Io faccio sempre il paragone con le misure di distanza sulla
superficie terrestre.
Supponiamo che due navigatori, che sanno misurare longitudini e
latitudini, si portino all'equatore, poniamo a 100 km di distanza tra
loro.
A questo punto partono verso nord, e viaggiano per 1000 km. Si
fermano, e uno si dirige verso l'altro, misurando la distanza che
percorre (con un solcometro: il metodo che usavano anticamente per
misurare la strada percorsa in mare).
Trova che la distanza e' 98 km (numero quasi a caso).
Ne dovra' concludere che la sagola del suo solcometro si e' allungata
navigando verso nord?
O non fara' meglio a convincersi che i meridiani si avvicinano quando
si va verso il polo, ossia che la forma della Terra e' curva?
Idem nel nostro caso: perche' attribuire a strani effetti sugli orologi
quella che e' solo una proprieta' geometrica dello spazio-tempo?
> ...
> � altrettanto vero che l'accelerazione dell'astronave fa lo stesso,
> ed ecco perch� l'orologio sull'astronave � realmente pi� lento di
> quello sulla terra; per� attenzione, questa dissimmetria astronave -
> terra si ha solo se c'� accelerazione, perch� se l'astronave si
> rimette a procedere con moto uniforme e rettilineo, allora il suo
> orologio e quello terrestre ripiombano in condizione di simmetria ed
> entrambi (l'astronauta e il terrestre) vedono l'orologio dell'altro
> andare piano e il proprio andare forte.
Una spiegazione del genere non funziona, e lo capisci dal fatto che il
ritardo che deve prendere l'orologio sull'astronave dipende da quanto
e' durato il viaggio senza accelerazione, ossia dalla distanza a cui
l'astronave e' arrivata.
Dunque quell'orologio dovrebbe essere cosi' "intelligente" da sapere
che dovra' essere confrontato con un orologio piu' o meno lontano, e
calibrare il suo ritardo in proporzione.
Infatti se l'astronave aveva raggiunto una velocita' v, dovra' essere
portata a -v, e lo si potra' fare in un certo tempo Dt. L'accel.
necessaria sara' 2v/Dt, e non dipende da quanto e' durato il viaggio.
Invece il ritardo che si osserva all'arrivo e' proprzionale alla dirata
del viaggio, a parita' di v.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Sat Dec 11 2004 - 21:08:01 CET
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