PG wrote:
>>Questo e' un abuso del p. di indeterminazione! Certo che le misure
>>possono dirci se sistemi fisici sono uguali!
>>
>>E questo anche senza scomodare il limite classico. Prova a pensare alle
>>statistiche quantistiche: a cosa servirebbero se ci fosse modo di
>>distinguere due elettroni o due atomi di He ?
>>
>>
>
>Caro Prof. Pastore,
>
Sui NG c'e' l' abitudine ad un' atmosfera informale, consistente con la
virtualita' delle personalita' e alla comunanza di interessi
(considerazione che potrebbe valere anche nella vita reale...). Quindi
se lasci perdere il prof e il lei te ne sarei estremamente grato.
>Probailmente ho abusato del principio di indeterminazione, ma forse perch�
>ne ho una conoscenza per ora, esclusivamente divulgativa (sono al secondo
>anno). Dunque non ho gli strumenti per mettere mani alle statistiche
>quantistiche...
>Questo tuttavia � il ragionamento che ho fatto:
>...
>
Il ragionamento non e' assurdo ma ha due problemi. Uno dal punto di
vista della MQ, ma questa ancora non l' hai studiata (BTW, il tuo modo
di applicarlo non e' scorretto in se' ma non ne hai tratto tutte le
conseguenze). Il secondo esiste anche in un mondo puramente classico.
Cominciamo dall' inizio. Cosa vuol dire che due sistemi sono "uguali"
(indipendentemente se classici o quantistici)? Ovviamente non che sono
lo stesso sistema (altrimenti non sarebbero due ;-)) Ma che si
comportano allo stesso modo se sottoposti alle stesse operazioni.
Adesso, tu, in ambito classico pensi ad un' uguaglianza come un'
uguaglianza della cinematica e dinamica del sistema complessivo (tutte
le posizioni e tutte le velocita' uguali). Quali siano le operazioni che
definiscono il concetto di uguaglianza e' decisione arbitraria. Nell'
ambito della dinamica (e meccanica statistica) classica il tuo criterio
mi sembra troppo rigido.
Direi che basta che i due sistemi siano caratterizzati dagli stessi
parametri interni (cariche, masse, etc) e abbiano la stessa dinamica
(sottoposti alle stesse forze hanno le stesse accelerazioni). A questo
punto sei gia' autorizzato a considerare i sistemi come(dinamicamente)
indistinguibili.
Nel caso quantistico poi, il problema nasce dal fatto che il p. di
indeterminazione rende falsa l' afffermazione che un sistema ha
"simultaneamente" posizioni e velocita' ben definite. O le une o le
altre. Ma non ben definite non significa che hanno un valore
determinato che noi non riusciamo a determinare ma proprio che quel
valore determinato non c'e'. Per sistemi di particelle con parametri
identici viene quindi a cadere la possibilita' (anche in linea di
principio) di usare lo stato dinamico come segno distintivo delle varie
individualita'.
Giorgio
Received on Sun Dec 12 2004 - 00:24:01 CET
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