Re: Chi tace *non* acconsente

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Thu, 9 Dec 2004 22:35:16 +0100

"CptKirk" <CptKirk_at_estranet.it> wrote in message
news:Q_Xtd.485006$35.20765258_at_news4.tin.it...

> Ora si suppone che quello sedentario veda (si fa per dire) l'astronauta
> che si muove la rallentatore.

Ecco, invece che "per dire", dovresti proprio porti il problema di come
farebbe il sedentario a "vedere" l'astronauta muoversi al rallentatore.
Non puoi dire "Ok, accettiamo come vero il fatto che il sedentario veda
l'astronauta muoversi al rallentatore, ma allora ...".
Prima di proseguire, prima del "ma allora" (tu in realta' prosegui con "Lo
strano e' che" ma fa lo stesso) dovresti precisare le parole
"si suppone che quello sedentario veda (si fa per dire) l'astronauta che si
muove la rallentatore".

> Stiamo parlando di fenomeni concreti e non di calcoli "matematici".

Certamente, in fisica di fenomeni concreti si parla. Infatti proprio
"concretamente" dovresti chiarire cosa intendi con "il sedentario vede
l'astronauta".
Non e' una osservazione retorica quella che faccio. A mio modo di vedere la
RR risulta chiara solo dopo che si riesce a dare una visione "concreta"
delle cose che si affermano. Se si dice "vedere" si deve spiegare cosa si
intende, cosi' come se si dice "misuro una velocita'" e anche se si dice
"misuro una lunghezza". Sono tutte proposizioni che sembrano banali ma non
lo sono.
Bridgman, nel saggio che manda per la autobiografia scientifica di Einstein,
in sostanza riconosce Einstein stesso come il padre dell'operazionismo
proprio perche' suo particolare merito e' stato il riconoscere che quelle
proposizioni non sono banali.
So che la parola "vedere" viene usata nel linguaggio comune con un
significato a tutti noto. Ma non si puo' sperare di capire la RR se si
sorvola su aspetti cruciali come il dare la specificazione operativa delle
proposizioni che si usano.
Tornando al "vedere" va notato che la specificazione della parola non puo'
essere proprio banale: l'astronauta e' lontano dal sedentario, come potrebbe
ques'ultimo vederlo?
Potremmo pensare che i due si siano accordati in una maniera del genere:
l'astronauta ha con se un normalissimo orologio (che misura ovviamente gli
intervalli di tempo in maniera "normale" cioe' non rallentata (questa cosa
non andrebbe nemmeno precisata: cosa sarebbe un orologio se non misurasse
bene gli intervalli di tempo?)), scatta una foto al suo orologio ogni
intervallo di tempo dT e la spedisce al sedentario (cosi' il sedentario non
"vedra'" proprio l'astronauta ma vedra' il suo orologio, tanto e' proprio
quello che interessa al sedentario, lui vuole proprio "vedere" l'orologio
dell'astronauta). Sia c la velocita' alla quale viaggiano le foto spedite
dall'astronauta (supponiamo inoltre che le procedure di scatto e di
spedizione delle foto siano istantanee).
Ipotizziamo che l'astronauta si muova alla velocita' v<c finche' non arriva
a distanza L dal sedentario; arrivato a distanza L inverte istantaneamente
la rotta e torna indietro nuovamente a velocita' v.
Saprai che, per effetto Doppler, il sedentario ricevera' ad intervalli di
tempo maggiori di dT (chiamiamoli ad esempio DDT) le foto che l'astronauta
ha scattato durante l'andata mentre ricevera' ad intervalli di tempo minori
di dT (chiamiamoli ddT) quelle scattate durante il ritorno.
Scusami per la domanda, non e' retorica nemmeno questa (e rispondendo a
questa domanda, si potrebbe subito dire qualcosa di "concreto" sul paradosso
dei gemelli), ma e' per non dilungarmi troppo e per avere una idea del tuo
livello di conoscenze, ma sapresti calcolare i valori di DDT e di ddt
qualora le cose andassero nella maniera "classica", cioe' se non valesse la
relativita'?
In sostanza sapresti risolvere il problema qualora fosse regolato da shift
Doppler classico?
Inoltre sapresti dire dopo quanto tempo dalla partenza dell'astronauta
(chiamiamo T tale intervallo di tempo) il sedentario ricevera' la foto
scattata dall'astronauta nel momento della inversione della rotta?
Beh, per questa seconda domanda non c'e' da dilungarsi troppo:
T=(L/v)+(L/c)=tempo che ci mette l'astronauta per arrivare a distanza L dal
sedentario + tempo che ci mette la foto (partita a distanza L) per arrivare
al sedentario.

> Ciao!

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu Dec 09 2004 - 22:35:16 CET

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