Re: Spinta Archimede [WAS: domanda fant. sulla gravita']

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Thu, 18 Nov 2004 23:07:11 GMT

                    Il 16 Nov 2004, 19:22, "Tetis" <gianmarco100_at_inwind.it> ha scritto:
> "Daniel" <daniele.fua_at_unimib.it> wrote in message

> Associata con questa domanda ne segue subito un'altra. La lunghezza
> di mixing dipende dalla dimensione della griglia? Oppure queste scale
> sono fissate una volta per tutte indipendentemente dalle dimensioni
> della griglia?

In effetti ho ancora difficolta' a rispondere a questa domanda.
Da un lato e' immediato dire che non dipende tanto dalle dimensioni
della griglia quanto dalla specifica cella considerata e dalle sue
condizioni
locali. Tuttavia in relazione alla teoria di Kolmogorov questo significa
"solo" cambiare i parametri eps e ni locali.

Da un lato sembrerebbe che la lunghezza di Prandtl potrebbe
essere espressa in termini di viscosita' ed energia media dissipata,
e che questa e' un parametro che puo' essere misurato localmente,
ma essenzialmente coinvolge la dinamica globale. Dunque la domanda
e': l'energia mediamente dissipata dipende dalla dimensione della cella
se assumiamo che questa sia omogenea e che in essa non si svolgono
moti d'insieme?

Direi che se uno ammette la teoria di Kolmogorov non dovrebbe dipendere
dalla dimensione della griglia. Se uno invece va a guardare i momenti di
correlazione piu' in dettaglio e va a considerare l'anisotropia e va a
considerare
il fenomeno dell'intermittenza quel che mi viene da rispondere e' che allora
la valutazione della lunghezza di Prandtl potrebbe richiedere delle
correzioni
la cui valutazione potrebbe richiedere misure a diverse scale spaziali e
temporali. Comunque mi sembra stabilito che, come facevi notare, il problema
ha un livello statistico ed un livello che non si puo' porre su un piano
statistico:
la specifica evoluzione dello stato. E che secondo delle scale di tempo e di
spazio considerate la linea che separa cio' che e' statistico
da cio' che non lo e' cambia.

Altra domanda:
intermittenza ed anisotropia possono essere considerati come due facce
indipendenti della turbolenza? Oppure sono essenzialmente legate?
Questo e' un problema che si pone in relazione con quello di prima. Tuttavia
direi che per quanto riguarda le anisotropie su brevi scale di tempo e di
spazio,
nei limiti in cui si puo' considerare nota e stazionaria la condizione al
bordo,
la conoscenza delle anisotropie e quella dei diversi momenti di correlazione
si pongono su un piano strettamente statistico e la domanda ha significato.

Quello che credo e' che non abbiamo nemmeno le equazioni per rispondere
a questa domanda. Occorre una gerarchia di equazioni analoga alla gerarchia
di BBGKY della meccanica statistica e la formulazione di questa gerarchia in
termini esatti richiede la considerazione di dinamiche critiche che
avvengono
a livello microscopico, come, in generale, la considerazione del passato del
sistema. Dunque quello che credo e' che a qualche livello sia necessario
anche
un link con la gerarchia della teoria cinetica, ma che questo non basti ed
occorra
considerare le proprieta' d'insieme e la precisa struttura della forzante.
Ricorda
tantissimo un'aspetto della filosofia eschimese: possiamo vedere una sola
faccia
degli animali e degli eventi e di tutti gli oggetti, l'altra faccia non
sapremo mai che
forma ha, solo il resto del mondo lo sa, nota che questo vale anche per le
lastre
di ghiaccio trasparenti: appunto perche' sono trasparenti si nascondono alla
vista.
Ricorda anche il tema della filosofia scolastica: un oggetto che cade nella
foresta
fa rumore anche se nessuno lo sente? Per la nostra cultura cristiana
monoteista
significa in effetti che l'azione di Dio trova sempre un luogo che l'uomo
non puo'
conoscere.


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Fri Nov 19 2004 - 00:07:11 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Sep 18 2024 - 05:10:38 CEST