Re: Spinta Archimede [WAS: domanda fant. sulla gravita']

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Fri, 19 Nov 2004 16:43:22 GMT

                    Il 19 Nov 2004, 00:07, gianmarco100_at_inwind.it (Tetis) ha scritto:
> Il 16 Nov 2004, 19:22, "Tetis" <gianmarco100_at_inwind.it> ha scritto:
> > "Daniel" <daniele.fua_at_unimib.it> wrote in message

Ridetto molto brevemente stimolato dall'intevento
di Daniele Fu� mi ponevo la questione se intermittenza
ed anisotropia sono legate in una qualche relazione di
causa effetto o se l'una � possibile in assenza
dell'altra. Sono giunto alla conclusione che non
esiste un nesso causale diretto ed immediato. Tuttavia
l'anisotropia ha effetto sull'intermittenza e
l'intermittenza ha effetto sull'anisotropia. A questa
conclusione sono arrivato contestualizzando il problema
in una situazione generale. Ho pensato ad un sistema
dinamico con una struttura spazialmente ergodica, ma
globalmente non ergodica. Questo sistema sarebbe
isotropo ed omogeneo spazialmente, ma potrebbe avere
strutture quasi ordinate sui gradi di libert� non spaziali.
Questa situazione astrae comunque dalla circostanza
comune secondo la quale le densit� spaziali e le densit�
di impulsi sono strettamente correlate. Allora
considerando il fenomeno dell'amplificazione delle
instabilit� sono giunto alla conclusione che nelle
situazioni concrete l'intermittenza si esprime quasi
sempre anche a livello spaziale ed � quindi corresponsabile
del fenomeno dell'anisotropia. L'anisotropia
una volta innescata tende a conservarsi, il ritorno verso
una situazione isotropa passa per la cascata di energia ed
� dunque strettamente condizionato dal principio di minima
produzione di entropia. Le strutture anisotrope interagiscono
e danno luogo ad ulteriori fenomeni di inversione nel flusso
di energia da scale pi� grandi a scale pi� piccole. Quello
che mi sembra di potere evidenziare con questa astrazione
� che l'intermittenza pu� essere coadiuvata da fenomeni
che avvengono su scala globale e la cui incidenza non �
direttamente valutabile dalla struttura delle anisotropie.
In altre parole la catena causale mi sembra caratterizzata
da parametri di controllo che ammettono una parziale
indipendenza fra anisotropia ed intermittenza. Ponendosi
la questione in termini via via pi� dettagliati i parametri
di controllo e la loro rete interattiva aumentano di dimensioni
e cos� il sistema risulta "regolare statisticamente" solo ad
un livello di dettaglio non troppo spinto. Quanto maggiore � la
cognizione delle parti del sistema tanto pi� amplificata
diventa la percezione di fattori globali e sistemici indipendenti
dalla azione di controllo.


Ricorda tantissimo un'aspetto della
filosofia eschimese: possiamo vedere una sola
faccia degli animali e degli eventi e di tutti
gli oggetti, l'altra faccia non sapremo mai che
forma ha, solo il resto del mondo lo sa, nota
che questo vale anche per le lastre di ghiaccio
trasparenti: appunto perche' sono trasparenti si
nascondono alla vista. Ricorda anche un tema della
filosofia scolastica: un oggetto che cade nella
foresta fa rumore anche se nessuno lo sente? Per la
nostra cultura cristiana monoteista significa in
effetti che l'azione di Dio trova sempre un luogo che
l'uomo non puo' conoscere. Per le culture totalitarie
ha un significato alquanto inquietante.


 
     

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Fri Nov 19 2004 - 17:43:22 CET

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