Stefano Busnelli ha scritto:
> E' vero che nello spazio quell'oggetto non si muove, ma se osserviamo
> un diagramma spazio-tempo, vediamo che quell'oggetto dal punto t0 al
> punto t1 si � mosso di una certa lunghezza t1-t0.
> Integrando il prodotto tra forza F e dL, tra i punti t0,x,y,z e
> t1,x,y,z si vede che il lavoro L � maggiore di zero (il che spiega la
> fatica) anche se non c'� stato nessun movimento in nessuna delle tre
> coordinate spaziali x y z. Il lavoro � nullo solo se non si applica
> alcuna forza.
>
> Dove sbaglio nel mio ragionamento?
Tu sei ovviamente padrone di definire il lavoro in modo diverso da
quello tradizionale, a patto di:
a) chiarire *con precisione* la tua definizione
b) *dimostrare* che ne segue qualcosa d'interessante.
Direi che la tua "definizione" non soddisfa ne' l'uno ne' l'altro
requisito.
In particolare, come calcoli il tuo "lavoro"?
La forza e' un vettore, con tre componenti spaziali.
Il tuo dL che cos'e'?
Che cos'e' "il prodotto tra forza F e dL"?
--
Elio Fabri
Non c'e' problema? Ma come parli, Guerrieri? Ma sei impazzito? Dopo
"non c'e' problema" ti rimangomo tre passaggi: "un attimino",
"quant'altro" e "piuttosto che" nell'immonda accezione disgiuntiva. A
quel punto sei maturo per andare all'inferno, nel girone degli
assassini della lingua italiana.
Received on Mon Aug 29 2011 - 21:21:22 CEST