Re: Metodo di insegnamento fisica
Ale ha scritto:
> Frequento la prima liceo scientifico. Il nostro libro di testo �
> impostato per insegnarci solo il "metodo e linguaggio" (il sottotitolo
> del testo). Solo dalla terza in poi si comincer� a studiare argomenti
> di fisica. Voi cosa ne pensate di questo metodo??
Io prima di risponderti vorrei conoscere titolo e autore del libro.
Dunque dunque...
Non so se ve lo aspettate, ma non sono per niente d'accordo con molte
delle cose che ho letto.
Per cominciare, vi siete messi a dare giudizi su qualcosa che in
realta' non conoscete.
Ma parlando in generale:
Mario Leigheb ha scritto:
> Per forza, e' una diretta conseguenza del pretendere di insegnare
> Fisica a chi non conosce l'eq. di secondo grado e i sistemi di primo
> grado.
>> Voi cosa ne pensate di questo metodo??
> Che fa schifo.
Questo e' lo stesso atteggiamento, trasportato a livello liceale, di chi
sostiene che non si possa insegnare niente di fisica all'universita'
prima di un buon corso di analisi.
Io l'ho sempre contestato.
Josef K. (sempre secondo me, si capisce) mescola osservazioni sensate
e altre che fanno a pugni con le prime.
Scrive infatti:
> La mia opinione � che i veri strumenti per fare fisica, dal punto di
> vista matematico, si acquisiscono solo in quinta liceo e perci� i
> professori devono arrangiarsi per provare a spiegare la fisica senza
> questi mezzi.
Questo e' falso, nel senso che esiste *moltissima* fisica che si puo'
fare con mezzi matematici assai piu' modesti.
Che la stragrande maggioranza deigli insegnanti non ne siano capaci,
e' un fatto.
Ne sapro' qualcosa, visto che mi ci rompo la testa da oltre 40 anni...
> Secondo me l'insegnamento della fisica alle superiori � mtroppo basato
> sul far risolvere problemini in cui applicare formule: questo aiuta lo
> studente a usare la logica e a ragionare, certo, ma secondo me non �
> proprio fisica nel senso pi� stretto.
Vero: non lo e' neppure in senso largo :)
> Secondo me l'insegnamento liceale dovrebbe basarsi non solo
> sull'insegnare le formule [...] ma soprattutto sull'insegnare i
> concetti e le basi del mestiere, facendo uso soprattutto degli
> stupendi laboratori didattici che tante scuole hanno e che usano molto
> poco (spesso complici insegnanti che hanno poco a che fare con la
> materia).
Beh, sugli "stupendi" ci andrei piano, e non credere che sia cosi'
facile usare bene un laboratorio, per un sacco di ragioni.
Non ultima che negli ultimi anni molte scuole non hanno piu' tecnici,
e gran parte delle risorse sono state impiegate verso l'informatica.
Comunque in linea ideale ti do ragione.
Andrew Next ha scritto:
> ...
> Per quello che vedo, nonostante le buone intenzioni, il Leigheb ha
> ragione: e' inutile, prima occorrono altri strumenti (e tutti
> matematici) per studiare la Fisica in modo che, se vai
> all'universita', non avrai molti problemi a seguire le lezioni.
Per cominciare: la fisica non va insegnata solo a quelli che poi
faranno ingegneria o fisica.
> ...
> L'unica soluzione e' studiare l'italiano e per capire davvero
> l'italiano devi partire dalle origini.
> Eh si, hai capito bene: Latino.
Ecco: siamo sempre allo stesso punto...
Che ci possa essere un "asse culturale" diverso da quello tradizionale
della scuola gentiliana, proprio non ti sfiora.
Comunque, tanto per parlare piu' in concreto.
Sono stati per vari anni in uso in Italia progetti didattici per la
fisica (ovviamente di concezione anglosassone) che partivano da
premesse totalmente diverse: fisica fatta con strumenti matematici
modestissimi, con molto lavoro sperimentale.
Non so se qualcuno di voi ne sappia niente.
Io si': li ho conosciuti bene, e garantisco che *se* gli insegnanti
fossero stati capaci di usarli, i ragazzi di fisica ne avrebbero
imparata moltissima (e anche di linguaggio e di ragionamento).
Purtroppo, con le dovute e felici eccezioni, il difetto stava nel
manico.
Pian piano quelle sperimentazioni si sono estinte, e secondo me oggi
siamo tornati indietro.
Anche a livello universitario, vorrei sapere se conoscete il libro
di Rogers (circa 1960): "Physics for the Inquiring Mind".
Era scritto per un corso rivolto a studenti di facolta' non
scientifiche, e quindi usava poco piu' che le proporzioni.
Ma io vorrei tanto che *oggi*, ossia 40 anni dopo, i nostri *laureati*
avessero capito la fisica che c'e' in quel libro...
Riepilogando: puo' darsi che il libro di Ale faccia schifo.
Pero' vorrei conoscerlo, prima di giudicare.
Potrebbe anche darsi che dentro ci sia della buona fisica, anche se lui
non ce la vede.
Non mi pare che si debba ciecamente fidare nel giudizio di un ragazzo
di meno di 15 anni...
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Wed Oct 13 2004 - 21:02:08 CEST
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