Re: Sulla corrente di quantità di moto

From: Furio Petrossi <furio.petrossi_at_gmail.com>
Date: Thu, 30 Jan 2020 13:14:17 -0800 (PST)

Il giorno venerdì 24 gennaio 2020 21:18:02 UTC+1, Elio Fabri ha scritto:
> 1. Un corpo di massa 5 kg è appeso a uno spago a sua volta ancorato al
> soffitto. Il tutto è in quiete.

Il quadro teorico in cui si inquadra il concetto di "corrente di quantità di moto" è stato abbozzato in questi post.

Ora il KPK semplifica il tutto (si può fare?) riducendolo a un flusso monodimensionale (nelle immagini fornite a supporto).

Posso capire che, considerando la superficie chiusa che delimita "il corpo" si possa parlare di un flusso entrante (a partire da...? questo è già un primo problema) e di uno uscente verso lo spago.

Le immagini in seguito raffigurano la "chiusura" del circuito attraverso il soffitto, le travi che lo tengono e la superficie terrestre, per ripartire verso il "corpo": questa chiusura è - mi è sembrato - la giustificazione della causa della "quiete".

Siamo abituati a pensare a forze che si equilibrino, ma una quantità di moto che non "produca" moto è didatticamente più difficile da digerire. O no?

Scusate, ma a differenza di altri intervenuti, sono legato sempre al problema didattico (scuole superiori).


Non che un urto elastico tra due corpi sia poi così chiaro, anche se il moto, indubbiamente, c'è. Il fluire c'è nel corso dell'urto, ma c'è una direzione? Possiamo sempre scegliere un riferimento inerziale in cui uno o alternativamente l'altro stia "fermo" o entrambi si muovano.

Se tornassi a insegnare, e diventassi un adepto KPK, che dovrei dire?

Furio Petrossi
Received on Thu Jan 30 2020 - 22:14:17 CET

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