Re: Un tappo di sughero

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Thu, 14 Oct 2004 16:28:43 +0200

"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:ckhafq$13kj$1_at_newsreader2.mclink.it...

> Tutto giusto, ma di solito non si considerano cariche racchiuse in
> cavita'...

D'accordo Elio, ma anche il tappo di sughero di solito non sta da solo
nell'oceano infinito.
In sostanza un atomo di idrogeno sara' vicino ad altri atomi e tutti insieme
saranno, ad esempio, in un contenitore. A me pare che prima di poter dire
che la elettrodinamica classica non puo' risolvere il problema della
stabilita' degli atomi si dovrebbe dimostrare che, quale che sia la
struttura interna di un qualsiasi agglomerato di cariche legate fra di loro
in qualche modo, mettendo un insieme N di agglomerati all'interno di un dato
volume V, imponendo la condizione al bordo che dal volume V non esca energia
(o ne esca tanta quanta ne entra), l'evoluzione del sistema sara' tale da
non permettere agli agglomerati di raggiungere una qualsivoglia condizione
stazionaria.
Il fatto che dal contenitore di gas non esca nergia e' un dato di fatto,
quindi quella condizione al bordo va imposta.
Se il punto e' che in via di principio potrebbero anche esistere le
soluzioni stazionarie, ma nessuno ha mai trovato un modello di agglomerato
di cariche tale che le soluzioni stazionarie siano associate alle frequenze
effettivamente osservate, allora mi pare che la conclusione non dovrebbe
essere che la elettrodinamica classica non puo' spiegare la stabilita' degli
atomi. Mi pare che la conclusione dovrebbe essere che nessuno ha mai trovato
un modello di atomo tale che, facendo uso solo della elettrodinamica
classica, si possano ritrovare i risultati sperimentalmente osservati.

> Pensa a un osc. armonico (massa piu' molla) unidimensionale.
> La massa pero' e' anche collegata al centro di una lunga corda
> elastica, fissata agli estremi.
> Succede la stessa cosa, solo che il problema e' in una dimensione,
> quindi piu' trattabile.
>
> Al limite di corda infinitamente lunga, l'oscillatore perdera' energia
> che si propaghera' lungo la corda nelle due direzioni.
> Se la corda ha lunghezza finita ci saranno riflessioni agli estremi,
> quindi di nuovo avremo soluzioni stazionarie (modi normali).
>
> Ci vuoi provare a impostare il conto?

Ci sto provando da qualche giorno, ma non riesco a trattare l'interazione
corda pallina.
Corda fra x=-L/2 e x=L/2. Riduciamo lo studio solo ai casi in cui la
funzione sia pari quindi ci interessa solo fra 0 e L/2.
Se sviluppo la (mezza)corda secondo
PSn(x)=(-1)^n + sin[(2n-1)*(x/2L)*pigreco], n=1,2,3, ...
l'interazione corda pallina si tratta (relativamente) bene, pero' queste non
sono autofunzioni dell'equazione delle onde (inoltre viene che per x=L/2 la
corda ha derivata nulla, cosa che non credo sia accettabile).
Se sviluppo secondo le
PSn(x)= cos[(2n-1)*(x/2L)*pigreco], n=1,2,3, ...
mi viene che l'interazione fra corda e pallina si annulla perche' queste
funzioni in x=0 hanno tutte derivata nulla. Devo considerare una pallina di
estensione dx e mettere che la forza di interazione corda pallina sia uguale
a T*dx*[_at_^2psi(0,t)/@)x^2]? (psi(x,t)=funzione che descrive la corda,
T=tensione della corda)

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu Oct 14 2004 - 16:28:43 CEST

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