"Giacomo Ciani" <giacomo.levaquestomalasciaunpunto.ciani_at_inwind.it> ha
scritto nel messaggio news:2sn5u8F1jm92oU1_at_uni-berlin.de...
> > E' interessante notare che gli specchi hanno una angolazione di 10�,
> > on off, e quindi vanno usati con modulazione PWM
>
> PWM? Non so cosa sia...
>
Pulse Width Modulation. Per ottenere una scala di grigi, gli specchi vengono
"accesi" per un periodo di tempo proporzionale al livello del grigio.
In effetti, gli specchi riflettono la luce di un angolo di + o - 10�, quindi
mandano la luce riflessa o sull'obbiettivo per essere proiettata o su di uno
stop.
> > per cui la
> > difficolt�, volendo andare a 8 bit, � che il frame rate � di 256
> > volte la scansione verticale.
>
> Che, a sua volta, � spesso multiplo del frame rate, dato che per ovviare
> all'effetto arcobaleno si usano ruote colore "multistadio"... a meno che
> non si stia parlando dei modesti prioettori con 3 chip dmd: un 30k euro
> circa e te li porti a casa!!
>
Vero, considera che ogni chip (1024x768) costa circa 500$..
Poi c'� tutta l'elettronica di scaling e deinterlacciamento, ma oggi con i
chip Genesis o Pixelwork sono diventati molto economici.
>
> Devo essere sincero, detto cos� non c'ho capito molto, per� mi pare una
> cosa interessante: proveresti a scendere (un pochino) pi� nel dettaglio?
> Sempre a livello qualitativo, ma per capire pi� o meno cosa ci fai e
> come...
Beh, l'oggetto � creare ologrammi in tempo reale, partendo da immagini
stereo.
Bisogna calcolarsi l'ologramma che produrrebbe l'oggetto su di una lastra
fotografica, calcolarsi cio� l'interferenza prodotta dal raggio di
riferimento e dal raggio riflesso dall'oggetto.
Avendo una descrizione tridimensionale della scena o dell'oggetto, si pu�
calcolare l'ologramma, cio� calcolarsi per ogni punto ( o pixel)
dell'ologramma l'interferenza prodotta tra tutti i punti della scena ..
(non � difficile ma comporta un sacco di calcoli).
L'ologramma quindi non � altro che un "modulatore" di luce, nel senso che
proiettandoci attraverso o per riflesso una luce coerente, questa viene
"modulata" in fase ed ampiezza rigenerando l'immagine originale.
Ora, se invece di proiettare luce coerente "dentro" l'ologramma, si modula
un raggio laser come un raster tv, e lo si modula in modo che la fase e
l'ampiezza per ogni pixel corrispondano a quelli emessi da quell'ologramma,
il gioco � fatto ( pi� o meno..)
Per modulare in fase un raggio laser esistono numerosi metodi, uno dei quali
usa il DMD come modulatore spaziale. Il raggio laser (opportunamente espanso
e collimato) riflesso dal DMD avr� una fase ed un'ampiezza proporzionale
alla somma delle fasi riflesse dai singoli specchi (ogni specchio aggiunge
un contributo di fase dipendendente dalla sua posizione nel DMD).
In questo modo � "come" se facessi una lente a fuoco variabile, se consideri
che comunque una lente sottile � un modulatore di fase, per cui focalizzi il
raggio laser in un punto nello spazio.
O meglio, hai una immagine reale di un punto luminoso localizzato nello
spazio.
Fondamentalmente l'ologramma di un punto.
Tutti questi punti "rasterizzati" formano quindi una immagine olografica
tridimensionale.
Pi� o meno, a spanne.
(ringrazio qui pubblicamente Hypermars che mi dette delle basi matematiche
e suggerimenti per questa cosa).
Saluti puntiformi
Luigi
Received on Fri Oct 08 2004 - 14:38:23 CEST
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