Re: Fisica e Università

From: Aleph <nospam_at_no_spam.com>
Date: Thu, 30 Sep 2004 16:20:53 +0200

Josef K. ha scritto:

> > A questo proposito una recente ricerca comparativa tra i Paesi UE
poneva,
> > mestamente, i laureati italiani (non solo in fisica, ma in tutte le
> > discipline) ultimi nella classifica di coloro che finivano per
svolgere un
> > lavoro attinente agli studi effettuati.

> Questo � molto triste, anche se dalle esperienze dei miei amici direi che
> bene o male sono tuti n mestieri attinenti con la laurea (me compreso).
> Il
> fatto � che per rimanere attinente uno deve fare una gavetta veramente
> dura. E non intendo la semplice gavetta di chi parte dal basso, intendo
> pochisoldi, talvolta niente se vuoi diventare un avvocato o un
> commercilista, per anni.

Si tratta di situazioni molto diverse.
Il professionista (commecialista, avvocato, medico, etc.), per lo pi�, �
autosufficiente, in quanto riesce ad essere imprenditore di s� stesso.
Il laureato nelle materie scientifiche (fisica in primis) ha bisogno, per
lavorare, di essere inserito in strutture articolate e complesse e, di
norma, non ha prospettive di lavoro autonomo.

Alla tua domanda: "Quali studi consigliereste a un ragazzo di 18 anni...?"
io risponderei (forse) indicando degli studi che consentano in prospettiva
la possibilit� di esercitare una qualche professione.
E' vero, c'� ugualmente tanta gavetta da fare, ma in compenso le proprie
ambizioni dipenderanno, almeno in parte, da s� stessi, e non
s'infrangeranno aleatoriamente contro mulini a vento burocratici,
istituzionali, sociali, etc.

> Mio padre mi ha riso in faccia quando ha scoperto che dei miei numerosi
> amici laureati, a 2-3-4 anni dalla laurea uno solo guadagna pi� di mille
> euro al mese.

Il lavoro dipendente, comunque la si metta, � la maledizione del terzo
millennio e, nella maggioranza dei casi, consente al pi� di vivacchiare
(chiaramente chi non ha neppure quello sta ancora peggio).

> Coloro che come me hanno fatto il dottorato sono inchiodati sugli 850 e
> anche quelli che non sono fisici si barcamenano in situazioni simili.
(non
> per apparire venale, ma i soldi sono importanti, soprattutto quando
> guadagni davvero poco).

I soldi sono cos� importanti che secondo me si sta tornando a rapidi passi
(ma non ce ne siamo mai allontanati veramente) alle divisioni in classi
basate sul censo. E se passasse il progetto Moratti di riforma delle
carriere scientifiche si tornerebbe ai bei tempi andati in cui la ricerca
scientifica era appannaggio della nobilt� e dei ricchi borghesi.

> > Data la situazione generale (che si compone di tantissimi casi come
quello
> > di Joseph K. che, niente meno, ha addirittura conseguito il dottorato)

> Sul dottorato si potrebbe aprire una lunga parentesi: io lo cominciai
> forse non carico al 100%, ma all'80% s� e i primi mesi andarono bene. Poi
> tutti si spense, ma non � solo la mia impressione.

E' una maledizione ricorrente. A me capit� dopo la laurea. Ricordo che una
mia compagna di studi di allora, che m'incontro dopo un colloquio avuto in
un centro ricerche CNR, mi vide in un tale stato di prostrazione da
definirmi "abbafato". Non ho mai capito il senso vero di questa parola, n�
a quale dialetto o gergo appartenga, ma descriveva il mio stato d'animo in
modo incomparabile.

> Dei miei amici e amiche
> fisici diversi lo hanno fatto e quelli che lo stanno concludendo sono
> d'accordo nel dire che dopo l'iniziale entusiasmo c'� un declino: forse
> esagero, ma credo che non pi� di 1 su 4 di quelli che conosco alla fine
si
> dicono ancora entusiasti del mestiere.

Una percentuale davvero tragica.

> Qualcuno considera anche un errore
> averlo fatto (io, pur nel mio scetticismo, ancora sono contento di averlo
> fatto pur non avendomi portato dove speravo).
> Tanto per rimanere nei casi personali ho un paio di amich eche sono del
> tutto insoddisfatte, un altro paio che sono poco soddisfatte per�
> continueranno su questa strada perch� "cos'altro fare?", un paio
> abbastanza entusiasti, qualcuno che segue la corrente, qualcuno
frustrato.

E pensare che tutto ci� avviene dopo un iter lunghissimo che � costato
agli individui, notevole impegno ed energia, e alla societ� ingentissime
risorse economiche.

> > recentissimi (interessati) appelli, lanciati a pi� riprese, dai presidi
> > delle facolt� scientifiche per invogliare le aspiranti matricole ad
> > iscriversi ai propri corsi di laurea suonano davvero come grotteschi.

> Sinceramente io provo un po' di imbarazzo di fronte a certe dichiarazioni
> di certi presidi che invogliano alle materie scientifiche: ma non perch�
> le ritenga di scarsa importanza. Anzi! Provo imbarazzo per la nostra
> societ� che spinge sempre pi� lontano da tali materie: gli iscritti nelle
> materie scientifiche, che sono comunque fondamentali per il progresso e
> l'innovazione di un paese, sono sempre pi� in calo e questo declino � un
> brutto presagio per il futuro.

La ricerca scientifica se svincolata da un sistema economico, produttivo e
sociale adeguato non pu� da sola determinare il progresso di un Paese.
L'Italia � un Paese in declino e anche la ricerca scientifica non pu� che
risentire negativamente di questo clima.

Saluti,
Aleph





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Received on Thu Sep 30 2004 - 16:20:53 CEST

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