Lurkos wrote:
>>Trovi questa cosa inconcepibile semplicemente perch� sei , come
>>tutti, abituato a ragionare in termini di una realt� macroscopica
>>che segue leggi diverse da quelle del mondo microscopico.
>
>
> Lo so che rischio di uscire un po' dal topic del gruppo, ma IMO la
> fisica e la filosofia non possono prescindere l'una dall'altra.
Certo, ma a patto di conoscerle entrambe in modo ragionevole, la qual
cosa capita abbastanza raramente. Spesso succede che il "filosofo"
conosca poco e male cio` di cui sta parlando (e viceversa quando un
fisico si lancia nella filosfia con i ricordi del liceo :-)).
Due o tre esempi: Bergson non aveva le idee molto chiare di relativita`,
pero` ci ha scritto su parecchio.
Popper in una conferenza aveva mostrato come nell'ambito della meccanica
quantistica, si potesse avere una comunicazione superluminale. Alla fine
della conferenza gli era stato mostrato che aveva sbagliato i conti (non
per errore materiale, ma proprio perche' non sapeva che cosa
significavano le sue equazioni), e aveva ammesso che non era molto
preparato sul formalismo della mq, ma tuttavia lui credeva che fosse
possibile una comunicazione superluminale (riportato nel libro di
ghirardi, un'occhiata alle carte di dio).
Infine un caso a me piu` vicino. Un paio di mesi fa ho organizzato una
cena fra ex compagni di liceo. Uno di questi, gia` brillante allora e
adesso prof di filosofia in qualche liceo, ha scritto svariati libri di
epistemologia. Incuriositi, un amico fisico e io ci siamo seduti vicino
a lui per fare due chiacchere. Abbiamo scoperto che non aveva idea degli
aspetti non solo tecnici, ma addirittura sostanziali, di quello di cui
aveva scritto. Non credo di essere riuscito a convincerlo che
l'insuperabilita` della velocita` c, non e` un assioma della
relativita`, ma che deriva dall'aver assunto l'equivalenza dei sistemi
inerziali e la costanza della velocita` della luce nei vari sistemi.
Nel suo ultimolibro (che ci ha gentilmente regalato) critica la
descrizione di einstein della pietra che cade dal treno, vista cadere
lungo una retta dal viaggiatore e lungo una parabola da chi e` fermo
sulla banchina. L'autore si domanda "Come non esiste una traiettoria in
se'?". E poco piu` avanti fornisce la soluzione al problema "Dov'e`
dunque l'errore? C'e`, ed e` anche piuttosto palese. Einsitein infatti
introduce una aporia nel ragionamento [...] Dunque einstein, senza
dirlo, prescinde dalla [resistenza dell'] aria solo per il viaggiatore
in treno, e non per il pedone. Ma questo e` proprio un trucco, uno
pseudo-ragionamento di quelli che aristotele smascherava in quantita`
negli "elenchi sofistici". L'aria o la consideriamo per entrambi gli
osservatori o non la consideriamo affatto".
Visto che eravamo in un liceo classico, ho chiesto se aveva approfondito
un po' di matematica. La rispsota e` stata "certo, sono anche arrivato
fino alle derivate".
Tralasciando questa parte aneddottica, il fatto e` che nel suo libro
(come in tanti altri) ci sono delle buone osservazioni di tipo generale,
ma per la maggior parte dei casi non ha la minima idea di cio` di cui
parla. Alle nostre osservazioni in proposito, la risposta era stata che
non era importante sapere tutti i dettagli, e` ovvio che il tempo e`
unico e assoluto per tutti. E purtroppo questo atteggiamento di
primalita` della filosofia sulla scienza e` facile da trovarsi in molti
autori.
Ciao
--
Franco
Wovon man nicht sprechen kann, dar�ber mu� man schweigen.
(L. Wittgenstein)
Received on Sat Sep 25 2004 - 20:04:24 CEST