Re: Ho visto in tele ... Macchina del Tempo

From: Hypermars <hypermars_at_despammed.com>
Date: Thu, 9 Sep 2004 19:40:02 -0400

"Bruno Cocciaro" <b.cocciaro_at_comeg.it> wrote in message
news:2qbf8mFscdq2U1_at_uni-berlin.de...

> Poi si puo' anche pensare che quelle questioni siano aria fritta,
metafisica
> (quindi qualunque cosa si affermi oggi su tali questioni e' priva di
senso),
> o almeno che siano metafisica allo stato attuale e che siamo pronti a
> rivedere le nostri posizioni il giorno in cui quelle questioni
diventeranno
> oggetto della scienza. Io un tempo avevo proprio questa posizione. Poi
l'ho
> rivista perche', come dicevo in altro post, mi e' sembrata errata dal
punto
> di vista epistemologico.

Secondo me ti sfugge il fatto che non importa quello che pensiamo, in
particolare se quelle questioni siano aria fritta, metafisica, o metafisica
allo stato attuale. Di fatto, cio' che non rientra nell'ambito scientifico,
potra' essere la domanda piu' fondamentale di tutto l'universo, ma *non c'e'
modo di rispondere*. O meglio, si puo' rispondere in infiniti modi, e non
c'e' modo di discriminare tra essi. Pertanto, o un qualcosa e'
scientificamente indagabile, oppure e' assurdo solo prenderlo in
considerazione, perche' non si puo' far altro che speculare, dibattere,
filosofeggiare, ma non si arrivera' mai da nessuna parte. E questa non e'
fede, non e' opinione, non e' nulla se non la presa di coscienza di un dato
di fatto che scaturisce banalmente proprio dai confini (limiti) del metodo
scientifico.

Chiaramente, se non sei d'accordo puoi rispondere alla domanda "qual'e' il
senso della vita" e mostrarmi che la tua risposta a sfondo fideistico e'
migliore di quella, opposta, di un'altra persona con fede diversa. Se dici
"ma migliore in che senso? sono risposte personali, non ha senso
confrontarle", non fai altro che confermare cio' che dico: se a una domanda
sono possibili infinite risposte, non ha senso porsi quella domanda.

> Chiudo osservando che la "fede" in qualcosa di non scientificamente
provato
> a me pare che investa gran parte della vita di chiunque, anche dello
> scienziato nello svolgimento della propria attivita'.

Questo pare a te e solo a te. Io nella vita quotidiana vedo, anche nel
credente piu' fanatico, un uso globale della razionalita' e del metodo
scientifico. Poi appena si nomina qualche Dio o qualche Angelo, cambia tutto
e l'irrazionalita' inizia a trionfare.

Se il tuo banchiere ti dicesse "toh, il tuo conto in banca e' stato
prosciugato da uno spiritello invisibile, sorry", te ne andresti via
tranquillo e contento della risposta fideistica, o ti incazzeresti? ricorda
che non ci sono prove che possano negare che sia davvero stato lo
spiritello.

> A parte questioni banali tipo "ho fede nel fatto che se sorpassassi mentre
> l'immagine che appare nello specchietto retrovisore mostra un'automobile
> nell'atto di sorpassare la mia, allora succederebbe un incidente dagli
> effetti indesiderabili.

Non c'e' nessun atto di fede in questo. Sono questioni fisiche,
sperimentali, riproducibili, ed esprimibili in termini puramente
scientifici. Ricorda la differenza tra atti di fede in senso religioso
(dogmi non scientifici, non verificabili) e accettazione scientifica di
principi (assiomi scientifici, per definizione non dimostrabili, ma
verificabili a piacere).

> Cioe' mi pare si possa dire che grazie alla sua "fede" nel realismo locale
> Einstein arriva a concepire il paradosso EPR e che la risposta "che me ne
> frega degli angeli sugli spilli: "realismo", "idealismo", "positivismo",
> "xxx...ismo", tutta metafisica che non mi riguarda in quanto scienziato"
si
> sia rivelata nei fatti perdente: lo sviluppo reale della fisica reale e'
> andato proprio nella direzione di rispondere ai quesiti di uno scienziato,
> acceso sostenitore del realismo, che chiedeva: "Non vorrete mica farmi
> credere nella telepatia?". Il progresso si e' avuto nell'affrontare la
> questione e nel provare a rispondere, non nel rigettarla in quanto
> metafisica.

Hai fatto un'ottima esposizione, e poi la interpreti in questo modo?! se una
persona fa una affermazione, e questa affermazione e' falsificabile, la fede
non centra nulla. Ti ripeto che le domande hanno o non hanno senso in
dipendenza dalla loro potenziale falsificazione. Il "non vorrete mica farmi
credere alla telepatia", piu' tutto il discorso annesso e connesso, non ha
nulla di metafisico! Einstein non aveva nessuna *fede* nel realismo. Aveva
una opinione, scientifica, che e' stata (peraltro non ancora totalmente,
secondo alcuni scienziati) falsificata. Tutto il resto sono inutili
arrampicate sugli specchi di chi cerca di contaminare la scienza con
sciocchezze fideistiche. Se mi chiedi quali domande siano fisiche e quali
metafisiche, la risposta e' semplicissima: quando fai la domanda, pensa
anche a una possibile verifica o falsificazione sperimentale. Se c'e', la
domanda ha senso. Se no, no (perche' ritorniamo alle infinite risposte
possibili e indistinguibili). Punto.

Bye
Hyper
Received on Fri Sep 10 2004 - 01:40:02 CEST

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