Re: Per Nessuno.

From: nessuno <depositofiles_at_katamail.com>
Date: Mon, 06 Sep 2004 09:23:13 GMT

Gianmarco Bramanti wrote:

> Pero' ti ho messo in guardia sul fatto che quella regione di
> spazio riguardava l'ampiezza di probabilita' di misurare un
> fotone in un processo di fotoemissione, non ho mai detto ne'
> pensato che quello e' un fotone. E nemmeno tu dovresti pensare
> questo. Perche' un conto e' il campo elettromagnetico, che
> spesso e' accoppiato con lo stato delle sorgenti descritto
> contestualmente al campo elettromagnetico, un'altro conto
> sono le ampiezze di probabilita'.

A me � stato detto di non guardare al fotone come ad una particella, ma
nemmeno come ad un pezzetto discreto di campo e.m. Mi � stato consgliato di
considerare un fotone, ma anche una qualsiasi particella, come un'entit�
fisica che viaggia alla velocit� della luce, ha una massa a riposo nulla (ma
non a velocit� c), che viaggia nel vuoto a velocit� c lungo un percorso
rettilineo. E che nel momento in cui voglio rivelarslo, � bene ricorrere
allo strumento visto del pacchetto d'onde. E mi � stata spiegata una cosa:
se pensi al fotone come ad un pezzo di campo elettromegnetico classico,
ricorda per� che come onda, non � un'onda e.m, ma un'onda di probabilit�. E
che subisce diffrazione, riflessione, interferenza, come ogni onda. Il punto
� le trasformazioni di quest'onda non sono cambiamenti di ampiezza di campo
elettrico, ma di campo di probabilit� di trovare l'elettrone con certa
quantit� di moto in certo volume.


Come esempio mi � stato fatto il seguente: il fotone come pezzo di campo
classico maxwelliano, se passa un prisma, si divide nelle diverse componenti
armoniche e ti d� uno spettro.
Il fotone come onda di probabilit�, quando passa un prisma, fa la stessa
cosa, ma prorpio ci� significa che non � che il fotone si separi, ma si
ditribuisce nello spazio in un certo modo la probabilit� di rivelarlo. Cos�,
al di la del prisma, un solo fotone non disegna un fugace spettro (come ci
si apsetterebbe da un pezzetto di campo e.m), ma disegna un solo punto. E'
l'effetto statistico di molti fotoni a disegnare lo spettro.





> Il sole non e' una lampadina.
> Il sole e' una sorgente complessa, dove succedono cose molto
> piu' complesse che in un laser ad esempio ed assolutamente fuori del
> controllo che qualunque fisico sperimentale puo' avere sulle
> sorgenti del suo laboratorio. Puoi parlare di singolo fotone
> in condizioni sperimentali molto specifiche. Altrimenti no.
> Gia' quando accendi una lampadina ad incandescenza ad esempio
> hai uno spettro continuo. In questa situazione gli elettroni
> si comportano come un gas, e la fisica di una lampadina e' molto
> piu' complessa della fisica di un laser, dal punto di vista ottico.
> Se abbassi l'intensita' della luce emessa da una lampadina, ad
> esempio, cambi il suo spettro di emissione.

Certo, capisco. Ma posso continuare a dire che nella miscela di fotoni
emessi, ogni singolo fotone - una volta emesso - si comporti in maniera
piuttosto indipendente dagli altri? Che cammini rettilineamente per i fatti
suoi e che conservi fino alla eventuael rivelazione la stessa distribuzione
di probabilit� dell'energia? Abbiamo cio� detto che il fotone ha una
indeterminatezza nella sua energia deltaE: la mia domanda �:
- l'entit� di deltaE � determinato all'atto di emissione o pu� variare a
seconda della storia del fotone, dei suoi "rapporti" con gli altri fotoni,
con oggetti vari che incontra, ecc?
- la densit� di probabilit� di ogni valore di energia compreso in deltaE,
rimane anche'essa costante? O ci sono situazioni che possono far aumetare ad
es. la probabilit� che il fotone si manifesti con una certa energia prima
poco probabile?
Received on Mon Sep 06 2004 - 11:23:13 CEST

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