L'origine per risultare uniformemente accelerata
> deve muoversi a velocita' della luce. (anche se si puo' discutere
> che e' un modo poco appropriato di presentare la cosa, dato che
> non ha significato parlare di riferimento luce).
Devo aggiungere due commenti e delle altre
considerazioni in liberta' evocate dal post sulle
questioni cosmologiche.
I) e' comparsa una e-mail che avevo
dato per dispersa, parzialmente simile in contenuto
alla presente che postillo. E quindi per utilita' del
prof. Fabri, qualora volesse rispondere ad
una sola delle due e-mail per sacrosanta
economia di tempo e parole, specifico che
preferirei una risposta alla e-mail che qui
postillo.
II) La fretta e' sempre pessima consigliera, cosi'
ho commesso un errore che e' quello che fa
da cappello a questa postilla. (ce ne saranno
certamente altri, ma devo una correzione per
questo di cui sono gia' consapevole). Esiste
un'altra soluzione uniformemente accelerata e
che corrisponde ad accelerazione zero. Questa
soluzione non si ottiene come limite delle traiettorie
vicine. Si trovano dunque tre soluzioni possibili per
l'origine:
a) rimane ferma.
b) il suo moto e' descritto dal limite geometrico
per x0 -> 0 delle curve orarie per x0>0, ovvero
a velocita' +c.
c) il suo moto e' descritto dal limite gememtrico
per x0 -> delle curve orarie per x0<0, ovvero
a velocita' -c.
il riferimento uniformemente accelerato costituisce
un esempio di foliettamento euclideo per una
dinamica. Pero' ha i seguenti limiti: non copre
tutto lo spazio tempo, anzi in tre dimensione
esiste un insieme di riferimenti unifomemente
accelerati pari al numero di versori applicati
in tutto lo spazio tempo inteso come spazio
pseudo-euclideo.
Quali sono i vantaggi di questo esercizio speculativo?
a) Che mette in contatto con alcune specificita' dello spazio
Minkowkiano che rappresentano un solido supporto quando
si studia la teoria quantistica.
b) Che riecheggia i metodi delle mappature conformi
e puo' essere un utile preliminare nell'acquisizione di queste
tecniche per situazioni piu' difficili come si presentano in caso
di metrica non piatta.
c) Che da' agio di immaginare una approssimazione locale
piatta per situazioni effettivamente curve come e' il caso della
metrica di un pianeta, di una stella o piu' in generale.
Dal punto di vista dell'intuizione invece manca un aggancio
per una comprensione della materia immersa in tre
dimensioni spaziali ed una dimensione temporale. In assenza
della meccanica quantistica o dell'elettrodinamica penso che
questo aggancio potrebbe essere dato da una trattazione
delle equazioni del moto di un mezzo continuo in una metrica
assegnata e lo studio dello stato della materia nei riferimenti
tangenti con l'accento posto sulla questione degli effetti di
redshift, delle forze di marea, e degli effetti globali associati
con le "rotazioni" del riferimento tangente. C'e' qui lo spazio per
parlare della connessione affine, della curvatura e della utilita'
generale dei principi di minimo e massimo in fisica.
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Received on Sat Sep 04 2004 - 14:58:19 CEST