Re: Quasar 0957+561A,B

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 24 Aug 2004 20:58:10 +0200

Bruno Cocciaro ha scritto:
> Ok Elio, ma il punto e' proprio li': io non ce lo vedo proprio un
> fotone passare un po' qua e un po' 50 anni luce piu' in la'.
Eccomi qua. Ho riletto Wheeler.
Nota che il punto centrale di Wheeler non e' neppure quello, ma la
"scelta ritardata", ossia che con la decisione di mettere o non
mettere ora lo specchio semiriflettente, noi "influenziamo" quello che
il fotone "ha fatto" magari un miliardo di anni fa...

Come ti dicevo, quel ragionamento non mi aveva convinto, perche' a mio
parere l'esperimento e' del tutto irrealizzabile, per parecchie
ragioni, che provero' a spiegare piu' avanti.
Poi W. si lamcia in discorsi su "atti elementari di creazione" di cui
non ho capito niente e che comunque non sono o piu' fisica.

> ...
> Passando alle Quasar, quello che mi chiedo e': quale e' il fatto
> sperimentale?
A quanto ne so, nessuno...

> Senza specchio due rivelatori vedono entrambi intensita' I/2, che e'
> l'intensita' di quelle che un tempo erano ritenute essere due stelle:
> la quasar A e la quasar B.
Fin qui non ci piove.

> Si inserisce lo specchio e il rivelatore che e' puntato sulla B non
> vede piu' niente?
> Inserisco uno specchio e una stella scompare mentre un'altra appare
> doppiamente luminosa?
Non solo nessuno ha fatto la prova, ma come dicevo sopra ritengo sia
assolutamente impossibile farla.

Circa un anno fa ho fatto dei conti, che pero' non ho finito.
Ma la parte che ho fatto gia' insegna qualcosa: prima ditutto che di
sicuro W. quei conti non li aveva fatti...
Il primo conto e' stato di calcolare (usando i dati di W. e un po' di
modello cosmologico) la differenza di cammino tra i due percorsi.
Mi e' venuto circa 1.5 pc, ossia 300000 UA, ossia 4.5e13 km.

Percio' i casi sono due: o i fotoni emessi dal quasar hanno una
lunghezza di coerenza di quest'ordine, oppure bisogna compensare in
qualche modo.
Il filtro interferenziale che W. introduce servirebbe a questo: a
rendere piu' monocromatica la luce (sacrificando l'intensita') ma
aumentando la lunghezza di coerenza.
Ma fin dove si puo' arrivare? Ho provato a stimare 1 km, che vorrebbe
dire un grado di monocromaticita' (nel visibile) di oltre 10^(-9):
dubito che sia realizzabile coi filtri attuali, ma facciamo buon
peso...

Comunque c'e' ancora un fattore oltre 10^13, e percio' l'unica e'
inserire un elemento di ritardo.
W. ci ha pensato, e infatti parla di una "fibra ottica". Benissimo:
10^14 km di fibra ottica dovrebbero bastare :-)))

Poi c'e' un altro problema: Terra (Sole) galassia-lente e quasar non
stanno mica ferme...
Quindi l'allineamento cambia nel tempo, e cosi' anche la differenza di
cammino.
Ho fatto una stima, basata su un calcolo accurato della geometria e su
una stima all'ingrosso delle velocita'. Trovo che la differenza di
cammino varia di alcuni km al secondo.
Percio' se con la mega-fibra ottica hai aggiustato i cammini ora,
tempo una frazione di secondo vai fuori fase (ricorda che la lunghezza
di coerenza e' 1 km).
Non e' che W. non ci abbia pensato: infatti parla di "rate of change
of length with time" per la sua magica fibra ottica. Il piccolo
problema sono i numeri...

Poi ci sono altre cose che ho pensato ma non ho ancora calcolato:
quanti fotoni per unita' di tempo ci arriverebbero in quelle
condizioni? (W. parla di un'ora per il primo fotone, ma chissa' se e'
vero?)
Perche' ovviamente per avere un esperimento conclusivo ti occorrerebbe
una sufficiente statistica...

Ancora: che effetto hanno le fluttuazioni della materia
intergalattica? D'acordo che e' molto tenue, ma anche il percorso e'
molto lungo...
Infine: il quasar non e' una sorgente puntiforme. Quesot sicuramente
riduce la coerenza, ma quanto?

Insomma: il mio punto di vista e' che non ha alcun senso proporre un
esperimento del genere, come se dicesse davvero qualcosa sul mondo.
(Nota che lo riprende anche Penrose, in "La mente nuova
dell'imperatore". Ma io non ho soggezione ;-) )
Limitiamoci agli esperimenti reali, che ci dicono che cose del genere
succedono, ma su scala di laboratorio, e in condizioni assai
controllate.
          

------------------------------
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
------------------------------
Received on Tue Aug 24 2004 - 20:58:10 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:24 CET