not1xor1:
> Il 22/07/2011 12:43, Aanselm ha scritto:
>
>> gia' da questa frase si capiscono diverse cose;
>> l'ossimoro, categorie-opinioni, e' indicativo.
>
> perché sarebbe un ossimoro?
> puoi dividere la realtà in un numero infinito di categorie
> quando consideri un set ridotto di tali categorie fai comunque una
> scelta, che come tutte le scelte è appunto opinabile
E' opinabile che "una scelta, come tutte le scelte e' opinabile"?
Se e' opinabile il tuo discorso e' un'opinione e nulla piu'.
Se non e' opinabile si autocontraddice perche' indica scelte non
opinabili. Ma dubito che possa essere chiaro un discorso che riflette su
se stesso, se non sono chiari i termini della filosofia del linguaggio.
>>>> Una frase come "Adesso ti ho avvertito"
>>>> non e' ben formata secondo la logica formale perche' il suo contenuto
>>>> non puo' essere messo in relazione con il vero o il falso, essa e' una
>>>> frase che dichiara qualcosa
>>>
>>> ma non è neanche una frase performativa,
>>
>> questa e' la conferma del tuo dilettantismo.
>> Su quale testo di filosofia analitica hai studiato?
>
> ho letto l'articolo su wikipedia per capire di cosa parlassi
><http://it.wikipedia.org/wiki/Performativo>
L'avevo immaginato
ma non volevo nemmeno indicare per sfuggita il wiki.
Avevo invece indicato la pragmatica trascendentale di Karl Otto Apel
e dubito possa essere sintetizzata in una pagina di wiki.
> "Vi sono asserzioni che non descrivono un certo stato delle cose, non
> espongono un qualche fatto, in modo vero o falso. Mentre si enuncia
> quella frase si fa qualcosa: mediante l'atto performativo si compie
> quello che si dice di fare, conseguentemente si produce immediatamente
> un fatto reale. «Il nome deriva, ovviamente, da perform [eseguire], il
> verbo usuale con il sostantivo 'azione'» (Austin). Si contrappone
> all'atto costatativo, o constativo, che si limita a costatare, ad
> affermare qualcosa, descrivendo il fatto"
>
>>> performativo è una traduzione un po' maccheronica dell'inglese
>>> performative, da performance, azione, esecuzione, attuazione
>>
>> ... certo che la presunzione non ti manca.
>> Hai qualche riferimento per ritrovare queste amenita'?
>
><http://en.wikipedia.org/wiki/Performative_utterance>
> Performative utterances are not true or false, that is, not
> truth-evaluable; instead when something is wrong with them then they
> are "happy" or "unhappy". (2) The uttering of a performative is, or is
> part of, the doing of a certain kind of action...
>
> The initial examples of performative sentences Austin gives are these:
>
> 'I do (sc. take this woman to be my lawful wedded wife)'
> -- as uttered in the course of the marriage ceremony.
> 'I name this ship the "Queen Elizabeth"'
> 'I give and bequeath my watch to my brother'
> -- as occurring in a will
> 'I bet you sixpence it will rain tomorrow' (Austin 1962, 5)
>
> [...]
>> Frasi simili sono:
>> "tutti si contraddicono, tranne io", oppure,
>> "tutti dicono il falso, tranne io", ecc.
>> Si nota che si contraddicono se qualcun altro le proferisce.
>> Allora si potrebbe dire:
>> "non esiste verita' tranne se lo dice not1xor1"
>> ma se io dico:
>> "non esiste verita'"
>> risulterebbe falsa perche' non sono not1xor1.
>> Si potrebbe continuare in questo modo mostrando in concreto come si
>> confutano le asserzioni che vanno contro l'esistenza della verita'.
>
> ti faccio un altro esempio pratico:
> "tutti gli umani sono bipedi implumi tranne io"
> secondo quanto sostieni tu sarebbe autocontraddittorio
> ma io potrei essere comunque umano e per una qualche strana mutazione
> avere due paia di arti in più (o essere un gemello siamese) o avere
> piume invece che peli
Non ti rendi conto che fai sempre e soltanto esempi di casi singoli e
particolari che non hanno niente a che vedere con le CONDIZIONI e i
PRESUPPOSTI che rendono possibili tali frasi. In altre parole tu usi il
linguaggio ma non rifletti sul perche' puoi usare il linguaggio in un
certo modo e non in un altro. Nella tua ultima frase c'e' un contenuto
semantico ma anche una pretesa di far valere tale contenuto contro delle
obiezioni, ovvero implicitamente sei disposto ad impegnarti e a far valere
come valida la tua frase. Tale impegno l'hai sottoscritto
inconsapevolmente per il solo fatto che accetti di usare il linguaggio e
di partecipare ad un dialogo.
E' come portare un'automobile. Tacitamente accetti il codice della
strada e presupponi come si usi un'automobile.
Ora, mentre l'automobile e' un oggetto concreto
ed e' facile capire come si usa, basta infatti addestrarsi,
per il caso del linguaggio, che non e' un corpo fisico,
non e' cosi', e non e' banale capire come funziona.
Non e' semplice accorgersi delle contraddizioni pragmatiche
perche' esse presuppongono l'azione mentale
di mettere tra parentesi le frasi stesse
e ragionare ad un livello di presupposti e non di significati.
L'esempio classico e' la confutazione di chi nega il principio di non
contraddizione. Ogni tentativo di confutare questo principio,
se si presta attenzione al tentativo stesso
ci si accorge che si presuppone il principio che si vuole confutare.
Come in una teoria assiomatica coerente
non si puo' dimostrare la negazione di un assioma
cosi' non e' possibile confutare i presupposti del linguaggio.
Uno dei presupposti del linguaggio e' che esiste la verita'
perche' senza di essa nulla ha senso, ecc.
> lo scopo del linguaggio è comunicare
no,
questo e' lo scopo superficiale
e non tiene in conto dell'analisi del linguaggio su se stesso.
> e il fatto che il concetto
> espresso dalla frase originale "non esistono certezze assolute" sia
> logicamente contraddittorio secondo la filosofia del linguaggio è
> comunque irrilevante nel momento in cui i soggetti che comunicano tra
> loro tale informazione sono comunque in grado di condividerne il
> significato
Come si puo' condivide il significato dell'ippogrifo o del triangolo
quadrilatero.
Anche in questo caso parli di semantica e non di pragmatica linguistica.
>>> semplicemente in qualsiasi
>>> specie e in particolar modo in quelle sociali, gli individui che non
>>> sono in grado di comunicare (generalmente - non in assoluto, visto che
>>> sono comunque piuttosto comuni i fraintendimenti) in modo
>>> soddisfacente con i propri simili hanno minor successo riproduttivo,
>>> quindi con il tempo emerge un insieme di individui che hanno una
>>> ragionevole condivisione semantica (acustica, chimico-olfattiva,
>>> gestuale o semplicemente visiva - es. cromatica)
>>
>> porti esempi empirici quando stiamo parlando di validita' di asserti nel
>> campo delle condizioni a priori per esprimere qualcosa.
>
> non si tratta di esempi empirici, ma di spiegare perché secondo le mio
> conoscenze gli apriorismi sono un'illusione
Appunto,
questa tua ultima frase e' un esempio di spiegazione apriorica
dato che non la puoi dimostrare empiricamente.
Saluti.
PS
Propongo di passare ad un ng non moderato.
--
A
Received on Mon Jul 25 2011 - 15:23:42 CEST