Re: Campo magnetico.

From: martello <martelozzo1NOSPAM_at_tin.it>
Date: Thu, 12 Aug 2004 00:30:05 GMT

Secondo la meccanica classica e le trasformazioni di galileo valutiamo
questo fenomeno.

Due cariche positive libere di muoversi senza vincoli, in un posto nello
spazio, nell'istante t� sono a distanza d lungo l'asse x di un sistema di
riferimento xyz.
Ci sono due osservatori Ugo ed Ezio.
Ugo � immobile sull'origine.
Ezio � attaccato ad un pendolo che oscilla lungo l'asse y (nel piano yz).
Per Ezio oltre la forza elettrostatica repulsiva c'� anche un campo
magnetico che determina una forza di attrazione.
Sia Ezio che Ugo osservano il fenomeno ma quando l'oscillazione del pendolo
(nell'istante t1) si � completamente smorzata Ugo ed Ezio si trovano nello
stesso sistema di riferimento inerziale.
Poich� Ugo ed Ezio hanno sempre osservato il fenomeno ,ammettendo che non ci
siano state discontinuit� nelle misure del fenomeno ,Ugo deve per forza di
cose ritenere che le cariche siano pi� distanti di quanto lo ritenga Ezio.

Cosa � che ha permesso a Biot e Savart di non impazzire su questo paradosso?

La solita ipotesi dell'etere?
Non � sufficiente perch� si sarebbe dovuto ipotizzare che ogni carica
immobile rispetto un sistema di riferimento avrebbe dovuto essere immobile
anche rispetto all'etere ... sempre ... altrimenti avrebbero prodotto un
campo magnetico.

Ritengo quindi che Biot e Savart abbiano sviluppato una legge valida 'solo'
per le correnti in un conduttore (in tal caso, per la meccanica classica ,il
paradosso non esiste) e non per cariche in movimento nello spazio e che la
formula che mi hai postato e che ho letto (ormai) in vari testi sia una
estensione della legge "venuta dopo" e chiaramente in contrasto con la
fisica classica accettata nell'800 perch� genera degli evidenti paradossi.

Diciamo che � un 'paradossino' data la differenza tra forza elettrostatica e
forza magnetica per basse velocit� ma che comunque, il primo che � arrivato
a tale conclusione avrebbe dovuto tenere in conto anche perch� ritengo che
il calcolo sia stato sviluppato pi� in forma teorica che sperimentale (� una
illazione ... perdonami) data la bassissima intensit� delle forze in gioco.

Ben venga la relativit�, anche se confesso che ho sempre qualche difficolt�
logica e matematica nel comprenderla.

Certo � che l'elettromagnetismo ha creato grossi problemi ai fisici
dell'800.
E , come vedi, anche a me.

Ciao e grazie

Ezio
Received on Thu Aug 12 2004 - 02:30:05 CEST

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