"Hypermars" <hypermars_at_despammed.com> wrote in message
news:cfan78$1ei$1_at_newsreader.mailgate.org...
>
> Perche' calcolando il campo a 1 nm di
> distanza con la formula di cui sopra per v=c, se non ho sbagliato i
calcoli
> viene 5 T che mi pare un'enormita'.
Uhm, in realta' facendo i calcoli relativistici si ottiene un campo ancora
maggiore. La soluzione relativistica si ottiene semplicemente
Lorentz-trasformando il campo elettrico della carica:
1) sistema (primato) dove la carica e' ferma:
E'=q/(4 pi eps0) r'/r'^3
B'=0
2) sistema del laboratorio, dove la carica si muove con velocita' v:
E=q/(4 pi eps0) R/R*^3 (1-b^2)
B=1/c^2 (v x E)
dove
b=v/c (b sta per beta)
R={(x-vt),y,z}
R*=1/g {g (x-vt),y,z}
g=1/sqrt(1-b^2) (g sta per gamma)
Sembra tornare tutto. Ho anche provato a fare la media temporale del campo
generato da una serie di cariche che passano davanti all'osservatore a
intervalli regolari (puoi pensare a un cannone elettronico che spara N
elettroni al secondo). Il risultato coincide esattamente con il campo
generato da un filo percorso da corrente I = N q.
La visione relativistica e' pero' molto piu' completa. Permette di
quantificare la durata dell'"impulso di campo magnetico" sentito da un
punto. E' vero che quando la carica si trova in un punto, il campo a un nm
di distanza da quel punto e' enorme (ad es. 14 T per un elettrone con
b=0.95). Ma e' anche vero che dopo qualche frazione di femto-secondo il
campo nello stesso punto e' gia' praticamente nullo.
Bye
Hyper
Received on Tue Aug 10 2004 - 19:50:49 CEST
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